Laurenzano (La Destra) contro puritani politici

Laurenzano (La Destra) contro puritani politici
Eugenio Laurenzano, dirigente de La Destra, analizza l’accordo tra Pdl e Udc. E attacca: “I “puritani” della politica alla distanza risultano più pericolosi ed ambigui di quanti alla base del loro agire pongono il pragmatismo ispirato all’antico adagio secondo cui solo i paracarri restano fermi. In …

Laurenzano (La Destra) contro puritani politici

Eugenio Laurenzano, dirigente de La Destra, analizza l’accordo tra Pdl e Udc. E attacca: “I “puritani” della politica alla distanza risultano più pericolosi ed ambigui di quanti alla base del loro agire pongono il pragmatismo ispirato all’antico adagio secondo cui solo i paracarri restano fermi. In questi giorni di vigilia elettorale da più pulpiti si sono alzati a predicare novelli sacerdoti della coerenza, dell’etica, della moralità e così via. Tutti assumendo ascetici atteggiamenti da missionari del verbo della verità. Si sono ripercorsi antichi sentieri irti di frustrazioni subite e di velleitarie aspirazioni finite nel nulla, si sono riportati alla luce frammenti di cronaca andata ed ormai assorbita dall’incalzare dei tempi, si sono attraversati bui cunicoli dietrologici che non hanno sbocco se non in sterili assiomi che con la quotidianità non hanno proprio nulla in comune. Questi novelli sacerdoti inducono a ricordare un eloquente passo tratto dal vangelo secondo Giovanni dove si racconta che una donna sorpresa in adulterio venne trascinata dai farisei davanti a Gesù al quale fu chiesto di applicare la legge di Mosè che imponeva di lapidare le adultere. L’intendimento dei farisei non era tanto l’urgenza del rispetto della legge quanto il disegno di screditare il giovane profeta di Nazaret davanti alla gente che sempre più numerosa correva ad ascoltarlo e di “saggiare” al tempo stesso la sua misericordia. Gesù, si legge nel vangelo, alle insistenze dei farisei disse: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Al che i suoi “provocatori”, ammutoliti e pensosi, lasciarono il campo. Analogia: i “farisei” di casa nostra, per lo più provenienti da contrapposte formazioni ed assemblati sulla base di non condivise ideologie, hanno la coscienza politica così limpida e cristallina da poter dire ad alta voce, al colto pubblico ed all’inclita guarnigione, di essere essi stessi senza peccato? Una “Carneade” qualsiasi, della cui militanza politica nulla si sa mentre molto si conosce delle sue attuali opzioni partitiche, è legittimata ad invocare nuovi strumenti per rinnovare l’Irpinia quando dei vecchi strumenti che hanno affossato l’Irpinia è stata testimone passiva non risultando dalle cronache giornalistiche atteggiamenti di rottura? Dietro questo falso puritanesimo, degno di miglior causa, si nascondono timori di perdere poltrone e potere, si cela il terrore di sopraffazione da parte di chi, Maddalena pentita non è, cerca asilo sotto la volta di un nuovo ed accogliente tempio ben sapendo – ancora prima di entrarvi – di trovare e di incontrare altri… peccatori e ben immaginando, al tempo stesso, un domani di resurrezione per sé e per i suoi. Dopo tanto sbraitare, dopo tanti “se” e “ma”, dopo aver minacciato di mandare al rogo quanti fossero contrari al loro illuminato pensiero, i “puritani” di estrazione finiana sono stati costretti ad adeguarsi (“vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole….”) in cambio di qualche poltroncina e qualche sgabello. Tutti insieme si stringeranno intorno all’uomo che soltanto qualche ora prima era stato dipinto come l’immagine del… male assoluto. Che figura!”.

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