Sinistra critica: Campagne unitarie contro crisi

Sinistra critica: Campagne unitarie contro crisi
In una nota giunta in redazione, il partito Sinistra Critica di Avellino discute dell’attuale situazione politica in cui versa la sinistra. Di seguito vi riportiamo il testo integrale: “C’è poco da rallegrarsi dopo la tornata elettorale, perché anche se è vero che la sinistra di classe aumenta in te…

Sinistra critica: Campagne unitarie contro crisi

In una nota giunta in redazione, il partito Sinistra Critica di Avellino discute dell’attuale situazione politica in cui versa la sinistra. Di seguito vi riportiamo il testo integrale: “C’è poco da rallegrarsi dopo la tornata elettorale, perché anche se è vero che la sinistra di classe aumenta in termini assoluti i voti rispetto all’esperienza della sinistra arcobaleno, è sempre più chiaro che l’uscita dal tunnel della crisi strutturale è ancora lontano, più di quanto si crede. Un modo concreto per uscire da questa decadenza sarebbe quello di un serio bilancio sul passato, l’assunzione che un ciclo si è chiuso. È venuto il momento di impostare un percorso per la costruzione di una nuova forza della sinistra anticapitalista capace di operare una discontinuità, nei programmi, nelle pratiche sociali, nei volti, rispetto alla storia passata. Il coordinamento dei comunisti proposta da rifondazione e dal pdci è un ipotesi inconsistente che mette insieme burocrazia e nomenclature. In questo momento non serve una discussione sui contenitori in cui inserire le sinistre sconfitte: «poli», «federazioni», «coordinamenti», «parlamenti delle sinistre», lasciano tutti il tempo che trovano. Quello di cui c’è bisogno oggi invece è una discussione di fondo sulle coordinate programmatiche, simboliche e politiche di una nuova sinistra di classe e un’iniziativa sociale in grado di invertire la tendenza negativa. Una discussione pubblica e non limitata ai soli/e militanti. Una discussione che rompa con la vocazione al compromesso sociale; con i troppi burocratismi, la separazione dalla società e lo sradicamento sociale che ne è derivato; con i moventi all’agire dei gruppi dirigenti che privilegiano sempre più le istituzioni al protagonismo sociale. Questa discussione non si fa in un mese, non si risolve con una mossa a effetto o con una bella alleanza per le prossime elezioni. La si affronta in sedi adeguate e in dibattiti prolunganti, disponendosi alla riflessione comune. Alla discussione serve però un percorso di unità efficace socialmente, perché la ricostruzione della sinistra si farà nella società. Unità su questioni concrete, non su basi politiche oggi inesistenti. Unità a tutto campo, senza steccati per provare a costruire una resistenza credibile alla destra e alla crisi. Unità in grado di generare partecipazione, autorganizzazione, di travalicare le forze stesse che innescano il processo. Se non si capisce che si riparte da qui e non dal riciclo delle classi dirigenti che ci hanno condotto nel baratro la discussione sulla costruzione di una sinistra di classe e anticapitalista in questo Paese sarà rinviata ancora per molto. In Italia e in Irpinia le potenzialità non mancano, come non mancano le persone che hanno voglia di sinistra, che hanno bisogno della sinistra”.

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