Sanità in Campania, la Cgil chiama De Luca: “Subito la convocazione di un tavolo”

Sanità, la Cgil chiede la convocazione di un tavolo urgente con il Commissario straordinario per la sanità in Campania Vincenzo De Luca. Motivo del contendere l’aumento dei tetti di spesa a vantaggio della sanità accreditata. In una lettera inviata al presidente della Giunta e al direttore generale Tutela della Salute, Postiglione, la Cgil intende chiarire “quali siano gli accordi della regione con le sole associazioni datoriali, in totale spregio dei lavoratori e dello stesso protocollo d’intesa”. Secondo la Cgil “l’assegnazione di risorse aggiuntive alla ospedalità privata per incentivare l’alta specialità inficia quanto sostenuto nel piano ospedaliero, squilibrando ulteriormente il rapporto tra pubblico e privato e continuando a sottrarre al pubblico pezzi importanti di assistenza”. La Cgil, poi, interviene in maniera decisa sui diritti del lavoratori, in special modo quelli salariali, sui quali “il presidente ed il direttore generale hanno dichiarato di non essere competenti, adducendo a pretesto la carenza di una normativa nazionale a riguardo”. Spetta alla Regione, sottolinea la Cgil, inserire negli accreditamenti “norme volte alla tutela del lavoro e della sua qualità, a partire dal rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali e delle retribuzioni dei lavoratori, che attendono ancora gli arretrati contrattuali del biennio 2006/2007”.  “Altre regioni italiane, viene fatto rilevare dalla segreteria della Cgil campana, hanno rotto le convenzioni con le strutture private che non hanno tenuto conto di quanto previsto dai CCNL. In questo contesto, la Campania è un ‘fanalino di coda’ rispetto a quanto è accaduto nel resto del Paese. La Cgil, inoltre, pone l’accento sull’assegnazione di ‘ulteriori 6  milioni di euro al comparto della riabilitazione, volti ad incentivare le pratiche della domiciliarizzazione delle terapie e alla progressiva dismissione dei semiconvitti: ciò senza una preventiva organizzazione delle prestazioni sociosanitarie e senza un controllo sulle pratiche di subappalto ed esternalizzazione che si concentrano proprio nella  assistenza domiciliare.

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