«Avevo dato la mia disponibilità a candidarmi nel territorio in cui godo di una maggiore rappresentanza, l’Alta Irpinia. Poi, però, mi è stato chiesto di lasciare spazio all’uscente Luigi Famiglietti e ho accettato»: così la racconta Rosetta D’Amelio, con toni garbati evitando di alimentare polemiche.
Che eleganza, che aplomb, signori.
Eppure la signora ex sindaco di Lioni è stata silurata: agli occhi degli elettori del Pd è vittima del patto tra Ciriaco De Mita e Vincenzo De Luca, con il Governatore della Campania che ha douto accontentare l’anziano leader di Nusco che pretendeva un posto per il suo nipote prediletto.
Durante la lettura dei nomi dei candidati fatta al Nazareno da Lorenzo Guerini, era stato fatto ufficialmente il nome della D’Amelio, unibile da tutti: era stata designata quale candidata alla Camera del collegio di Ariano.
Ma De Mita voleva, anzi pretendeva, quel collegio per Giuseppe. Lo ha detto chiaro e tondo a De Luca.
Detto, fatto: accontentato Ciriaco De Mita e fatta fuori la D’Amelio che, in quello che doveva essere il suo collegio, trova il nome di Giuseppe De Mita.
E’ la politica, signori.
«Una vicenda imbarazzante, sono amareggiata», si limita a dire la D’Amelio perfettamente consapevole delle dinamiche di una politica che mai è cambiata, fatta di promesse e tradimenti, colpi proibiti e accoltellamenti alle spalle (metaforicamente parlando) ma anche di accordi e patti tra persone che s’erano odiate e che improvvisamente si amano come prima, più di prima.
Tant’è vero che, rispetto a questo duro colpo, come se niente fosse, la stessa D’Amelio fa sapere che si impegnerà in campagna elettorale per il Pd e per la provincia di Avellino. A prescindere da chi sia candidato. Sa bene che prima o poi qualcosa le sarà restituito. Non resterà disoccupata, insomma.
E gli elettori, i simpatizzanti del Pd, quelli che ancora hanno un ideale politico? Ma chissenefrega…
Del resto, proprio loro sanno benissimo come funziona la politica.