Dal PD di Contrada nasce l’idea di appoggiare il SI, nel prossimo referendum costituzionale, che viene fatta immediatamente propria da gran parte dei suoi concittadini, rendendo il comitato, anche per volere degli stessi dirigenti del circolo, un coacervo di forze vero inno alla democrazia. |
Dal PD di Contrada nasce l’idea di appoggiare il SI, nel prossimo referendum costituzionale, che viene fatta immediatamente propria da gran parte dei suoi concittadini, rendendo il comitato, anche per volere degli stessi dirigenti del circolo, un coacervo di forze vero inno alla democrazia.
Dove ideali a volte divergenti hanno trovato la giusta alchimia per una cooperazione costruttiva, in un momento così delicato per il futuro del nostro paese. Dimostrando ancora una volta, che, nei momenti topici della nostra storia gli ideologismi lasciano il posto al senso civico e sociale che contraddistingue da sempre la nostra Nazione.
Il “nuovo spaventa” è il diktat che spesso ci schiaccia come fardello, che blocca la nostra mente su posizioni di comodo, ma a volte dovremmo fermarci a riflettere, che se nella storia non fossimo andati verso il nuovo, quasi sicuramente staremmo ancora lottando per far girare una ruota quadrata. Nessuno di noi possiede doti divinatorie, il domani continua ad esserci sconosciuto, ma sicuramente abbiamo la consapevolezza del presente, il nostro sistema ha oggi più che mai bisogno di un “aggiornamento”, che lo tiri fuori dal pantano in cui è stato spinto.
Liberiamo il nostro paese dalla pachidermica lentezza decisionale che lo contraddistingue, unico paese in Europa ad essere gestito da un bicameralismo perfetto, cioè la forma parlamentare in cui due camere hanno sostanzialmente uguali poteri ed uguali funzioni, le leggi per essere approvate vengono continuamente traghettare da una camera all’altra, allungandone, così, infinitamente i tempi.
Risparmiamo, cancellando poltrone e stipendi, da 315 i Senatori diverranno100, e questi saranno espressione dei territori senza indennità. Viene abolito il CNEL (art.99 della costituzione), e si cancellano le Province.
Diamo stabilità e partecipazione, viene abbassato il quorum per i referendum si garantisce al Governo più stabilità e alle opposizioni poteri di controllo.
Togliamo poteri ed autonomie alle regioni inefficienti, regolate da un sistema “abnormemente avulso da ogni più basilare analisi degli incentivi” come lo definisce l’economista Alberto Bisin riferendosi al titolo V della costituzione, che vede l’autonomia regionale, finanziaria ed organizzativa, come una voragine mangia soldi.
Queste ed altre, non meno importanti, sono le ragioni del SI, noi vogliamo spingere il nostro paese verso il futuro, vogliamo fermare chi volutamente continua a bloccare il nostro progresso.