Acqua e affidamento SII, Gagliardi: ultima chance per l’Irpinia

Acqua e affidamento SII, Gagliardi: ultima chance per l’Irpinia

“Con l’approssimarsi del prossimo 31 dicembre, data ultima per affidamento della gestione del Servizio Idrico integrato (S.I.I.), si sta elevando l’interesse politico sulla risorsa idrica e su quello che dovrà esser la sorte della sua gestione. Deputato alla individuazione delle modalità di affidamento del servizio è l’Autorità d’Ambito Territoriale Ato Calore Irpino che, entro la data suddetta, dovrà individuare la società a cui affidare il servizio Idrico Integrato”. Così il capogruppo di Alleanza di Centro in Consiglio provinciale, Pio Gagliardi.
“La scelta operata dal predetto Ente d’Ambito, che dovrà essere successivamente discussa nell’assemblea, è quella dell’affidamento ‘in house’, in conformità alle vigenti disposizione di legge ed in particolare a quanto stabilito dall’art.150 del D.Lgs. 3.4.2006 n.152 e soprattutto da quanto indicato dall’art.1 c. 1 della Legge Regionale n.2 del 21.1.2010 che ha affermato il principio giuridico di non rilevanza economica del predetto S.I.I. E’ apparsa, quindi, praticabile la strada della costituzione, da parte dell’AATO, di una società a capitale interamente pubblico, le cui quote siano ripartite fra tutti gli attuali consorziati nella misura-percentuale di cui, ad oggi, ciascun Ente Locale è titolare in seno all’assemblea dei Sindaci dell’Autorità d’Ambito.
La predetta società, dovrebbe avere la esclusiva – ovvero prevalente finalità – di svolgere l’attività di gestore del S.I.I. nell’intero Ambito territoriale dell’AATO1 e rispettare i principi della disciplina comunitaria in materia di “controllo analogo” e, per l’effetto, dovrà prevedere una forma di controllo sulle sue attività che dovrà essere direttamente esercitata dagli Enti Consorziati nelle medesime forme e con le medesime modalità, con le quali i singoli enti esercitano il controllo sui propri servizi comunali ovvero provinciali.
La prevalenza dell’attività ed il controllo analogo costituiscono requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per consentire alla società pubblica l’affidamento ‘in house’ della gestione dell’S.I.I. (art.5 D.L.n.135/2009). La nascita della predetta società pubblica strumentale ed il conseguente affidamento del servizio, determineranno la cessazione delle attività che, ad oggi, i soggetti gestori esercitano nel territorio dell’ATO. Primo che tutto ciò succedesse, nessun partito politico, in concreto, ha dato contributi in merito a detta problematica, in maniera furbesca ognuno cercava di aspettare il momento opportuno per attendere la proposta e poi sistematicamente criticarla, facendosi portavoce di scelte diverse che probabilmente come accaduto, non sono neanche rispettose delle leggi vigenti; si sono, pertanto, cavalcati slogan, pensieri filosofici e chi più ne ha più ne metta.
La verità è che intorno alla gestione del servizio idrico integrato vi è un grosso business, ai più sconosciuto, ma non ignoto ai soliti innominati politici irpini che spesso si racchiudono in un solo nome, che non aspettano altro per intrufolarsi nell’affare, dopo che il lavoro è stato fatto dagli altri, per raccoglierne i profitti. E i profitti possono davvero esserci. Basti pensare che la nostra Irpinia produce la bellezza di 307.000.000 di mc di acqua all’anno di cui 60.000.000 di mc sono trasferiti alla città di Napoli, 167.000.000 di mc. alla Regione Puglia e solo 88.000.000 di mc. restano ai territori dell’Irpinia e del Sannio, dei quali alle utenze vanno solo 49.000.000 di mc. per le perdite presenti sulle condotte.
Allo stato, proprio grazie alla realizzazione del by-pass denominato galleria Pavoncelli bis, verranno trasferiti dalla Campania alla Puglia in luogo dei 4600 l/sec. (portata max erogabile, secondo gli studi dell’ATO e le Indicazioni del vigente piano d’Ambito) ben 6700 l/sec. Si pensi che tale soglia è la massima portata trasferibile in Puglia per garantire il minimo deflusso vitale per il territorio della nostra Irpinia. Allo stato in tutti questi anni non è stato mai applicato un misuratore di portata che indicasse l’entità dei trasferimenti sia in entrata che in uscita. Nessun controllo è stato mai effettuato dai fornitori della risorsa (comuni di Caposele e Cassano) che allo stato è in capo all’Acquedotto Pugliese che la fa da padrone nel nostro territorio.
La realtà, che non essendoci un controllo su detti trasferimenti, è molto probabile che già da anni la regione Puglia preleva portate superiori a quella massima erogabile per garantire il minimo deflusso vitale al nostro territorio ed è per questo che nei fiumi del Calore e del Sele non scorre più acqua. Il by-pass della Galleria Pavoncelli ha dimensioni doppie di quella esistente e non ci è dato capire il perché. Quale giustificazione potrebbe esserci se non quella di trasferire il doppio delle portate sino ad oggi trasferite in Puglia? Per evitare che vi fossero opposizioni la Regione Puglia ha fatto inserire detta opera tra quelle strategiche dello Stato, affinchè l’ulteriore scippo delle acque al nostro territorio, potesse concretizzarsi anche in termini rapidi (vedi ordinanza del commissario di Governo della Protezione Civile).
Questa opera, che costa ben 120 milioni di euro, non dovrà essere realizzata senza non aver prima regolato ed aggiornato i contratti di trasferimento e senza aver sottoscritto tra le Regioni, Puglia e Campania, un accordo di programma che veda i nostri territori rinfrancati da un ristoro ambientale per i danni subiti. Su questo, in linea prioritaria, tutti partiti devono mobilitarsi, poiché difendere il nostro territorio dal sovra sfruttamento incondizionato della risorsa idrica, garantisce le occasioni di sicuro sviluppo futuro della nostra Irpinia e tende a garantire anche la qualità della risorsa trasferita alla Puglia.
E’ possibile che questo Vendola, il verde e la materia ambiente proprio non le capisca, o anche lui è invischiato e aspetta l’affare dell’oro blu? Ai Sindaci dei Comuni di Caposele e di Cassano dico di stare attenti e di non cadere nelle trappole tese dalla Regione Puglia che tenta a risolvere le problematiche tentando di trattare ad personam con i Comuni in cui ricadono le sorgenti; ricordatevi che l’acqua che arriva nei vostri territori proviene dall’Irpinia e le problematiche da affrontare, certamente non si risolvono ‘… con in contentini dati ai singoli paesi'”.

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