Acqua e rifiuti, Moricola: la commedia degli equivoci

Acqua e rifiuti, Moricola: la commedia degli equivoci

“Una sarabanda di questioni e di posizioni accompagnano in modo tumultuoso la definizione di come e chi dovrà gestire il servizio idrico e il ciclo dei rifiuti. Il teatrino della politica offre repentini cambi di posizione, mentre il tempo necessario per restituire al pubblico questi essenziali servizi volge al termine”. E’ quanto afferma l’esponente di Centrosinistra Alternativo, Giuseppe Moricola.
“In un non troppo inspiegabile gioco delle parti , il centrodestra gioca a fare il paladino del pubblico (in Irpinia ma a Roma no!) mentre il PD si impegna a sbiadire sempre più la sua iniziale posizione contro l’ingresso dei privati. La provincializzazione dei rifiuti è difesa da Cosimo Sibilia e avversata da De Luca; la gestione in house del Servizio idrico integrato è prima avversata dal centrodestra, ma poi trova il furore del nuovo paladino dell’ACS, Franco D’Ercole. Ancora una volta, dentro un gioco di specchi, il PD in modo camaleontico cambia pelle e dismessa quella di Maselli, indossa quella di Festa dell’ATO e spinge per la costituzione di una nuova società frutto di un improbabile accordo tra gestioni e appetiti inconciliabili tra i diversi gestori esistenti nei comuni che costituiscono l’ATO avellinese e beneventano.
Il tutto dentro una variabile tempo non indipendente che incomincia a far sentire i rintocchi degli ultimi minuti utili prima di doversi consegnare alla piovra del privato. Rimane, nella alternanza delle posizioni, soltanto un dato: il tempo si è sprecato e gli attori in campo, nella loro apparente contrapposizione, sembrano lavorare soltanto perché il pubblico sia bandito o quantomeno ridimensionato nell’uno e nell’altro servizio. Il sindaco di Avellino vuole farsi un ASA bis per continuare a fare un po’ di clientela; Sibilia tiene sospesa in un limpo la società Irpinia Ambiente, immaginandola soltanto come un gestore di contratti in essere, mentre monta la nuova immensa emergenza rifiuti in Campania, rispetto alla quale anche le assicurazioni del no alla discarica al Formicoso rischiano di essere rimesse in discussione, insieme alla logica stessa della provincializzazione.
Ancora più fluida la situazione sull’acqua: la posizione barricadiera degli 87 sindaci di centrodestra autoconvocatisi per approvare l’affidamento in house all’Alto Calore Servizi non va in porto, mentre la responsabilità di che fare passa ad un tavolo istituzionale che dovrebbe mettere d’accordo diavolo e acqua santa. Intanto si vuole cambiare tutto, ma la nuova gestione dell’Alto Calore non brilla per discontinuità. Abate dell’UDC la sua poltroncina la conquista, diventando presidente di quella pietra dello scandalo che un tempo era l’Alto Calore Patrimonio, mentre D’ Ercole che prima fustigava il centrosinistra all’Alto Calore, adesso tace perché sodale con chi ora nell’UDC aveva fatto il bello e cattivo tempo in quell’ente. La commedia degli equivoci, dunque, sembra destinata a tradursi, per responsabilità di tutti, nella congiura definitiva contro una efficace gestione pubblica di così essenziali servizi.
Hanno ragione a preoccuparsi le maestranze dell’Alto Calore, che dopo essersi votate al PD e poi al centrodestra, ora rischiano di essere sacrificate all’altare della privatizzazione. Allo stesso modo si fregano le mani quanti nei rifiuti hanno fatto le loro fortune. Nella logica di una politica impegnata a “fare ammuina”, per nascondere i veri obiettivi di questa partita, pagheranno ancora una volta i cittadini assediati da rifiuti che non si smaltiscono e che però continuano ad aumentare il loro costo e da bollette dell’acqua che fanno acqua da tutte le parti meno che nel portafoglio dei malcapitati.
In questo quadro così desolante, votato alla tattica, la sinistra, quella dei referendum sull’acqua, quella che sui rifiuti sa discernere la logica di un processo virtuoso che punta sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sulla sostenibilità della impiantistica specifica, deve far sentire la sua voce e mobilitarsi e mobilitare contro il pericolo che nella commedia degli equivoci tra PD e centrodestra tutto cambia per non cambiare niente. I tatticismi delle assemblee consortili, i tecnicismi delle procedure e i funambolici posizionamenti delle principali forze politiche sono tante sabbie mobili che possono inghiottire e seppellire l’impegnativa ma necessaria prospettiva della gestione pubblica.
Ha ragione Vendola a dire che bisogna sparigliare i giochi, costruire una politica altra, popolare, comprensibile nella strategia e nelle azioni che si mettono in campo. Così si costruisce un centrosinistra veramente nuovo, ma soprattutto si fa uscire dal pantano la politica. Un motivo in più per le forze del Centrosinistra Alternativo di rilanciare la battaglia – conclude Moricola – contro questa tragicomica commedia degli equivoci”.

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