Acqua, Imbriano: “Fermiamo le privatizzazioni”

Acqua, Imbriano: “Fermiamo le privatizzazioni”
Non diamo l’acqua ai privati. Ecco la presa di posizione di Gennaro Imbriano, di Sinistra e libertà:
“Il Governo Berlusconi e la sua maggioranza, con l’ennesimo voto di fiducia alla Camera, senza alcun dibattito parlamentare, hanno dato il via libera alla definitiva privatizzazione dell’acqua. …

Acqua, Imbriano: “Fermiamo le privatizzazioni”

Non diamo l’acqua ai privati. Ecco la presa di posizione di Gennaro Imbriano, di Sinistra e libertà:
“Il Governo Berlusconi e la sua maggioranza, con l’ennesimo voto di fiducia alla Camera, senza alcun dibattito parlamentare, hanno dato il via libera alla definitiva privatizzazione dell’acqua. Così è iniziata la corsa all’oro blu, un settore strategico che nel nostro Paese vale 5 miliardi di euro all’anno. Il Governo della destra prosegue nella nefasta dottrina “meno stato, più mercato” e spinge verso una sconsiderata privatizzazione dell’acqua, proprio oggi che, da Atlanta a Parigi, si sta andando nella direzione opposta, proprio oggi che la crisi ha reso evidenti a tutti gli eccessi ideologici del neoliberismo e delle speculazioni finanziarie. Il provvedimento stabilisce la privatizzazione di alcuni servizi pubblici, rendendo obbligatorie le gare per l’affidamento dei servizi pubblici locali e prevedendo, nel caso di società miste, che la quota di capitale in mano pubblica scenda obbligatoriamente sotto il 30%. E così un Governo, che si proclama federalista, si appropria illegittimamente di una competenza che spetta alle Regioni e impone ai Comuni, unico caso in Europa, di svendere i servizi pubblici locali. Inoltre, nel caso in cui come in Irpinia ci sia stato un affidamento diretto del servizio idrico, la nuova legge fissa al 31 dicembre 2010 la scadenza della concessione e, dunque, si dovrebbe, tra poco più di un anno, indire una nuova gara per lasciare spazio al mercato. C’è dunque il rischio molto concreto che le multinazionali, in primis l’Acea, mettano le loro mani sul bacino idrografico irpino, il più grande dell’intero Mezzogiorno, sulla principale risorsa che la nostra provincia ha a disposizione, l’acqua. E questo significherebbe aumento delle tariffe, peggioramento dei servizi ai cittadini e delle condizioni di lavoro. Di fronte a questo colossale scippo, non si può restare zitti, occorre mobilitarsi, prendere posizione, attivare iniziative, sensibilizzare l’opinione pubblica. La Giunta Regionale della Campania, come ha già fatto il Presidente Vendola in Puglia, deve impugnare questo provvedimento davanti alla Corte Costituzionale e deve riconoscere l’acqua come un bene comune non assoggettabile alle logiche del mercato e della concorrenza. La Provincia e i Comuni dell’Irpinia, e dunque l’Ato, devono formalmente dichiararsi indisponibili alla privatizzazione dell’acqua, e al contempo devono accorpare le società Alto Calore per risanarne il bilancio. I partiti politici, le forze sindacali, i movimenti, l’associazionismo cattolico e laico, devono al più presto attivare una rete provinciale per l’acqua pubblica. Il Governo Berlusconi continua a smantellare diritti. Oggi più che mai è indispensabile che le opposizioni sappiano costruire concretamente l’alternativa”.

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