Alto Calore, Rossano: D’Ercole farà chiarezza nell’ente

AVELLINO – “Stanno emergendo pian piano le numerose nefandezze commesse negli anni nelle due società Alto Calore, nate dalla scissione del vecchio consorzio idrico irpino. Oggi, grazie all’opera di ricognizione del nuovo Presidente D’Ercole, che nessuna responsabilità ha nelle passate vicende, si evidenziano fatti gravissimi su cui dovrebbe finalmente aprire gli occhi la Magistratura, perché sono stati dissipati fondi pubblici, di proprietà di enti locali, comunali e provinciali”. E’ quanto afferma Claudio Rossano, esponente di Merito e Libertà di Avellino. “E’ di queste ore – prosegue Rossano – la notizia che non sarebbero state pagate bollette per circa 40 milioni di euro; molti di tali importi non sarebbero neppure esigibili in quanto ampiamente trascorsi i tempi della prescrizione del debito. Come mai non venivano sospese le forniture in mancanza dei pagamenti? Corrisponde al vero la notizia che a non procedere al pagamento delle fatture erano molte Amministrazioni Comunali, soci ed azionisti delle due società Alto Calore? E gli stessi enti locali, che non provvedevano ai dovuti pagamenti, approvavano attraverso i loro rappresentanti i bilanci societari. Sono evidenti le responsabilità degli amministratori, degli stessi dirigenti e dei revisori contabili che non hanno operato perché quelle somme venissero recuperate. Altra causa del “milionario buco” delle società “Alto Calore” sono state le numerose illegittime assunzioni – oltre 100 – operate allorquando vi erano precise disposizioni di legge che le vietavano e note regionali di diffida. Chi si avvantaggiò politicamente di quelle illegittime assunzioni? Si è mai fatta una indagine se vi fu forse un voto di scambio? Nulla si è più saputo delle milionarie somme per il condono tombale pagato da Alto Calore Servizi per irregolarità commesse dal vecchio Consorzio. Era possibile una tale procedura? Perché ancora non viene pubblicato – essendo Alto Calore una società formata tutta da enti pubblici e quindi soggetta alle stesse modalità di trasparenza previste dalla legge Brunetta – l’elenco delle convenzioni esterne lautamente pagate? Emergerebbero in tal modo gli importi delle convenzioni affidate negli anni all’avv. Giuseppe De Mita – consulente insieme al prof. Fazioli dell’illegittima scissione – e quelle, ancora più cospicue, affidate ad alcuni esponenti del PD. Come non ricordare che è ancora in corso un processo penale che ha visto coinvolto il sen. De Luca, che fu presidente del consorzio Alto Calore, e numerosi esponenti del PD. Ed in tale vicenda sono state già acclarate gravissime responsabilità, che hanno portato alla condanna di un amministratore. Solo cavilli giuridici e lentezze processuali consentiranno per altri l’archiviazione. Ora emerge anche il caso dei 700 telefonini per i circa 400 dipendenti. E davvero simpatica è la polemica dell’ex Presidente della Provincia Maselli – ex presidente di Alto Calore Servizi, ex Presidente dell’ATO , e quindi soggetto informato dei fatti – che parla oggi degli sprechi fatti in Alto Calore Servizi. Quale azione ha messo in atto a suo tempo perché tali sprechi non avvenissero? Ha sporto forse qualche denuncia per i fatti avvenuti? Ed oggi il Maselli candidamente afferma di essere ancora in possesso di una sim card dell’Alto Calore in quanto, terminato il suo mandato, chiese agli uffici di poter conservare il suo numero telefonico, addossandosi ovviamente le spese di utilizzo. E se la prende con gli uffici stessi che a distanza di molti mesi ancora non provvedono a tale trasferimento di contratto. Non sarebbe stato molto più semplice – anche in considerazione che non era più Presidente di Alto Calore spa – lasciare quella sim-card al nuovo Presidente? Tutti questi sprechi compiuti negli anni hanno determinato un difficilissima situazione di bilancio che molto probabilmente impedirà l’affidamento del servizio idrico integrato da parte dell’ATO alla società Alto Calore Servizi.

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