Amministrative Avellino, la nota di Gaetano Monica

“Avellino non merita il declino che sta vivendo! Questa è la premessa che deve ispirare la condotta del centrosinistra a poco più di un mese dalle elezioni. Ad onor del vero, al momento ci si sta incamminando nelle solite liturgie che porterebbero al disastro di consegnare la nostra città tra le amorevoli braccia della destra o di non meno insidiosi populismi. Soliti posizionamenti, immancabili furbizie, discese in campo di collettori di voti che sono ben definiti dai soprannomi con cui sono no…

“Avellino non merita il declino che sta vivendo! Questa è la premessa che deve ispirare la condotta del centrosinistra a poco più di un mese dalle elezioni. Ad onor del vero, al momento ci si sta incamminando nelle solite liturgie che porterebbero al disastro di consegnare la nostra città tra le amorevoli braccia della destra o di non meno insidiosi populismi. Soliti posizionamenti, immancabili furbizie, discese in campo di collettori di voti che sono ben definiti dai soprannomi con cui sono noti in città; personaggi che vogliono raccogliere lo scettro di Galasso; “sinistri” che, in una logica autolesionistica, puntano al tutto o niente e gli eredi delle tradizioni Dc, comunista e socialista dilaniati dal dilemma primarie sì-primarie no”. E’ quanto afferma in una nota Gaetano Monica.
“Da tempo Avellino non ha nel Consiglio comunale un riferimento degno di tal nome. Gli anni della decadenza dominati dal tandem De Mita-Mancino hanno ridotto i cittadini a sudditi questuanti. La longa manus dei potenti, o presunti tali, non ha mai smesso di pesare sull’Amministrazione. Unica novità – prosegue Monica – aver aggiunto agli storici santuari religiosi quelli “laici” contemporanei, con l’aggravante, però, di non poter neanche sperare di trovare lucidi interlocutori ma anziani rancorosi, un po’ suonati e non propriamente presentabili. Nessuno sembra rendersi conto che i tempi sono mutati, che le categorie della politica non sono più le stesse. Finanche la terminologia ed il linguaggio vanno adeguati. Con queste premesse c’è solo di che rabbrividire, a meno che non ci sia lo scatto di orgoglio che Avellino merita. Le risorse, anche umane, ci sono tutte. Basta allungare lo sguardo non sui soliti collettori di voti ma sugli spiriti liberi che in città non mancano. Pochi punti programmatici; la scelta condivisa di un candidato- perché no una candidata- e si potranno garantire alla città 5 anni di sviluppo sostenibile e compatibile con le scarsissime risorse disponibili.
A patto che le forze progressiste non si dividano. Basta trovare l’intesa su alcuni punti: 1) che non ci sarà più un metro cubo di cemento su altro suolo oggi libero o ancora agricolo, se non quello per lavori di pubblica utilità (ci si impegni, piuttosto, a realizzare i parchi previsti – Fenestrelle e c.da Baccanico- per i quali basta far riferimento al sistema della perequazione);2) che bisogna alzare muri invalicabili dal momento che gli interessi determinati dall’edilizia degli ultimi anni sono niente rispetto a quelli che potrebbe aspettarci; 3) che si potrà garantire lavoro al mondo dell’edilizia attraverso la demolizione ed il rifacimento di tutte le periferie ed una rivisitazione ed adeguamento dell’esistente; 4) che sarà cacciata da Piazza del Popolo ogni pratica clientelare. Il resto verrà da solo all’unica condizione che si mettano da parte calcoli di bottega e che si vada, nella composizione delle liste, ad un radicale rinnovamento dove si salvi il salvabile ma non si esiti nell’uso delle forbici”, conclude Monica.

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