Ato, Rossano: “Dopo le elezioni bisogna riaprire la discussione”

“Terminata la vicenda elettorale ritengo sia doveroso, anche nei confronti dei nuovi Sindaci che sono stati eletti, riaprire la discussione sull’affidamento del Servizio Idrico Integrato in Irpinia e nel Sannio, che segna ormai un ritardo decennale” – lo afferma l’Arch. Claudio Rossano. “Infatti – continua Rossano – la costituzione di quell’ente, avvenuta nel lontano gennaio 2002, fu portata a compimento dal sottoscritto tra tantissime difficoltà ed ostacoli, posti da coloro che tale affidamento volevano ritardare. Come non ricordare i tantissimi fax – peraltro non firmati – che partirono dalla sede dell’Alto Calore (allora presieduto dal prof. De Luca, in seguito diventato senatore ) che invitavano gli enti locali, eccependo stupide ed infondate considerazioni, a non approvare lo Statuto che aveva ricevuto l’autorevole visto del Comitato Regionale di Controllo. Molti di quegli enti locali recepirono il “malevolo consiglio” e ricopiarono totalmente lo schema di delibera predisposto dall’Alto Calore, che nessuna competenza aveva in materia. Tale vicenda comportò un notevole ritardo in quanto come Commissario fui costretto a porre in atto tutta la complessa procedura per il commissariamento di quei comuni che non avevano proceduto all’approvazione dello Statuto. E chiarissimi sono stati nel tempo tutti gli interventi tesi a ritardare l’affidamento del Servizio Idrico Integrato ad un unico soggetto gestore, come previsto per legge. E’ bene ricordare il valore delle somme in gioco che comporta quell’affidamento: da calcoli sommari fatti sulla popolazione che usufruisce dei servizi di fornitura idrica, di fognatura e di depurazione si tratta di un importo di oltre 250 milioni di euro all’anno. Una cifra da far tremare le vene ai polsi ad ogni cosciente amministratore. Per poter procedere all’affidamento è necessaria la predisposizione del cd. Piano d’Ambito, un vero e proprio articolato progetto che deve come prima cosa recepire ogni opera acquedottistica e fognaria presente sul territorio e poi evidenziare tutti gli interventi necessari per poter tenere in efficienza e potenziare la rete esistente. Sulla base dei costi di fornitura idrica, di depurazione, di manutenzione e di nuova progettazione deve essere poi formulata la tariffa per tali servizi che è posta sotto il controllo del CIPE. Ma in Irpinia e nel Sannio avvengono cose stranissime: la redazione del Piano d’Ambito registra notevoli ritardi anche perché – lo ha rilevato lo stesso prof. Colucci nell’ultima assemblea dell’ATO – il 75 % dei Comuni non comunica i dati e lo stesso fanno i principali gestori ; tutto ciò avviene mentre la Regione Campania richiede con urgenza i dati relativi ai punti di scarico delle reti fognarie e l’ATO dichiara candidamente di non avere “la disponibilità delle informazioni” richieste dalla Regione. E vedendo ( uno dei pochi files presenti sull’Albo Pretorio dell’Ente, che ancora non mostra importanti delibere del C.d.A. ) i pochi schemi trasmessi dai comuni ci si rende conto che forse il Piano d’Ambito non verrà fatto nemmeno tra alcuni anni. Allego a titolo esemplificativo gli “elementari” schemi del Comune di Avellino e Caposele. E tutto ciò avviene anche perchè nell’ATO manca l’Organo Tecnico previsto dallo Statuto e mai costituito. (anche di tale delibera del c.d.a. non si ha traccia nell’Albo Pretorio on line). A completare il quadro di per sé già apocalittico contribuiscono alcune “interessate partecipazioni” che si sono registrate nell’ultima assemblea dell’ATO. Ad eleggere il nuovo C.d.A. dell’ATO – ente che dovrà individuare il gestore unico – hanno contribuito personalità che hanno ruoli in Alto Calore Servizi spa, società che a tale gestione aspira. Hanno infatti votato in assemblea il Sindaco di Montemiletto Abate, vice presidente di Alto Calore Spa, ed il dott. De Stefano che ricopre il ruolo di vice Presidente del Comitato per il controllo analogo di Alto Calore spa. Sembra poi che alcuni Sindaci abbiano indicato come delegati in assemblea alcuni dipendenti della Società Alto Calore spa, che hanno regolarmente votato. Le lettura della delibera assembleare – che ancora non compare sul sito internet – chiarirà chi abbia effettivamente votato. Inutile dire che su tali gravi vicende mi auguro l’intervento di qualcuno”.

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