Crediti e imprese, ecco l’interpellanza di D’Agostino

Angelo D’Agostino e nove colleghi parlamentari di Scelta Civica interpellano il Ministro dell’Economia per accelerare l’iter che in due anni dovrà portare allo sblocco di 40 miliardi di euro. I fondi sono destinati a dare una boccata d’ossigeno a Pubbliche Amministrazioni ed imprese la cui esistenza è messa a rischio dal ritardo nei pagamenti dei crediti vantati verso gli enti locali. L’iniziativa segue il varo, da parte del Governo, del Decreto che allenta i vincoli del Patto di Stabilità inter…

Angelo D’Agostino e nove colleghi parlamentari di Scelta Civica interpellano il Ministro dell’Economia per accelerare l’iter che in due anni dovrà portare allo sblocco di 40 miliardi di euro. I fondi sono destinati a dare una boccata d’ossigeno a Pubbliche Amministrazioni ed imprese la cui esistenza è messa a rischio dal ritardo nei pagamenti dei crediti vantati verso gli enti locali. L’iniziativa segue il varo, da parte del Governo, del Decreto che allenta i vincoli del Patto di Stabilità interno concedendo capacità di spesa fino a 9 miliardi per i Comuni e 2 miliardi per le Province.
In scia con le sollecitazioni che D’Agostino ha a più riprese attivato, da imprenditore prima e parlamentare poi, la scorsa settimana il Deputato di Scelta Civica aveva presentato al Presidente Mario Monti un dossier sulla immediata necessità di un intervento strutturale.
L’obiettivo dell’interpellanza è porre in essere tutte le iniziative necessarie all’approvazione in tempi rapidi dei decreti attuativi indispensabili all’erogazione dei fondi e nel contempo sensibilizzare le forze parlamentari a convergere rapidamente e in maniera concreta sul tema della ripresa economica a sostegno di imprese e famiglie.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERPELLANZA PARLAMENTARE
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’economia per sapere, premesso che:
– i ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione rappresentano un elemento di estrema criticità per il sistema economico delle imprese e delle aziende che lavorano per lo Stato, che ne mette a rischio la sopravvivenza soprattutto con particolare riferimento a quelle operanti nel mercato dei lavori pubblici e della sanità. E’ una patologia che si protrae da lungo tempo e che estende i suoi effetti devastanti su tutta la filiera, creando i presupposti per l’insolvenza di migliaia di imprese ed aziende e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro;
– in particolare la dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione alle imprese che realizzano lavori pubblici è in costante crescita ed ammonta oggi a 19 miliardi di euro;
– i tempi di pagamento aumentano, determinando una situazione di estrema sofferenza nei pagamenti dei lavori pubblici;
– ad aggravare la situazione contribuisce la generale difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese e delle aziende;
– il Patto di stabilità interno limita fortemente la capacità di investimento degli enti locali e rappresenta, assieme alle difficoltà finanziarie degli Enti ed alle lungaggini procedurali della Pubblica Amministrazione, la principale causa di ritardo nei pagamenti;
– il Patto di stabilità interno blocca i pagamenti per spese in conto capitale anche in presenza di risorse di cassa disponibili; i Comuni dispongono già di 12,5 miliardi di euro di risorse di cassa (fondo di cassa) per pagare lavori pubblici già realizzati; le Province dispongono già di circa 2 miliardi di euro di risorse di cassa da destinare al pagamento di investimenti già realizzati;
– le soluzioni adottate fino ad oggi sul tema dei ritardi di pagamento non sono state adeguate alla drammaticità della situazione venutasi a determinare, perché hanno continuato ad alimentare una finzione contabile che di fatto occulta il debito, pur in presenza di crediti vantati dalle imprese;
– il pagamento di tutti i debiti pregressi della Pubblica Amministrazione rappresenta un primo elemento indispensabile di risposta alla situazione di emergenza nel quale versano il settore dell’edilizia, delle forniture sanitarie e dell’economia in generale;
– nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati a livello europeo, con particolare al Patto di Stabilità e Crescita e al Fiscal compact, la Commissione Europea, in una dichiarazione congiunta dei Commissari per l’industria e l’imprenditoria e per gli affari economici e monetari del 18 marzo 2013, si è dichiarata disponibile a prendere in considerazione la liquidazione di debiti commerciali come fattore attenuante, in sede di valutazione della conformità del bilancio italiano con i criteri di deficit e di debito del Patto stesso;
– l’Italia ha già fornito garanzie in termini di sostenibilità dal punto di vista strutturale delle finanze pubbliche a seguito della recente introduzione della legge sul pareggio di bilancio strutturale e delle misure di risanamento dei conti pubblici adottate negli ultimi anni;
– tenuto conto della situazione di numerosi altri Paesi europei in merito al rispetto della stabilità dei propri conti pubblici che crea, tra l’altro, un contesto favorevole allo sblocco dei debiti pregressi ed in particolare di quelli già coperti con disponibilità di cassa;
– in considerazione della opportunità offerta dalla Commissione Europea per la liquidazione dei debiti commerciali che se colta in tempi brevissimi consentirebbe di evitare nuovi fallimenti e salvaguardare migliaia di posti di lavoro:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo al fine di:
autorizzare, in via straordinaria, gli enti locali a superare i vincoli del Patto di stabilità interno, sbloccando immediatamente 11 miliardi di euro – di cui 9 miliardi dei Comuni e 2 miliardi delle Province – di risorse già disponibili in termini di cassa per pagare lavori realizzati ma oggi bloccati dal Patto di stabilità interno; assicurare, con apposito provvedimento, il passaggio immediato dall’avanzo al pareggio di bilancio per gli enti locali, adottando la regola stabile che comporti equilibrio di parte corrente e limite all’indebitamento, in modo da consentire una equilibrata politica di investimenti da parte degli enti locali.

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