Ddl costituzionale N. 813-B, il PdCI al presidio Anpi di Roma

Ancora poche ore e poi ci sarà presso il Senato della Repubblica l’approvazione in seconda lettura del disegno di legge costituzionale N. 813-B Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali che deroga all’art.138 della Costituzione e istituisce un comitato di 42 parlamentari (20 senatori e 20 deputati, più i presidenti delle commissioni Affari costituzionali) che si occuperà di elaborare modifiche relative ai titoli I, II, III e V della seconda parte della Costituzione: Parlamento, presidente della Repubblica, Governo, Regione, Province e Comuni.
Il disegno di legge va ad incidere anche sull’articolo 138 della Costituzione – articolo annoverato tra le “Garanzie Costituzionali” – poiché riduce da 90 a 45 giorni l’intervallo tra le due letture con cui le Camere approveranno la futura legge di riforma.
“Come Federazione Irpina del Partito dei Comunisti italiani – fanno sapere il segretario provinciale Luca Servodio e la segretaria cittadina Maria Grazia Foschi – abbiamo affrontato questo delicato tema durante la nostra iniziativa del 20 ottobre 2013 presso il Circolo della Stampa di Avellino, con il convegno “La Costituzione: le radici, il cammino” – ospitando interventi di ospiti illustri come il Professor Massimo Villone, Ordinario di Diritto costituzionale presso la “Federico II” di Napoli e come Alexander Hobel, coordinatore del gruppo scientifico di Marx XXI che ha fatto un interessante excursus storico sulla nascita della Costituzione repubblicana.
Secondo Hobel: “Modificare la carta, equivale ad allontanarsi da uno stato di democrazia avanzata”. L’intervento del professor Villone ha affrontato la questione dal punto di vista giuridico, cercando di sfatare alcuni falsi miti, tuttora diventati il leitmotiv della maggioranza delle larghe intese, come ad esempio quello secondo cui ora sarebbe molto difficile approvare modifiche della Costituzione: niente di più falso, le più importanti modifiche della Costituzione sono state fatte con una quantità esigua di voti, “a colpi di maggioranza”. Il professore ha poi sostenuto che “sono proprio queste esigue maggioranze a mettere in crisi i dettami di una carta che altrove sarebbe ben più tutelata: il pericolo è dietro l’angolo e non bisogna abbassare l’attenzione su un tema così importante”.
Il nostro appello – proseguono Servodio e Foschi – è finalizzato ad evitare che l’approvazione del ddl sia fatta con maggioranza qualificata: basterebbe che 23 senatori del PD si assentassero al momento del voto dall’Aula per aprire l’intervallo necessario per richiedere il referendum confermativo su questo disegno di legge. Non si possono basare le riforme costituzionali su un cronoprogramma, quando sappiamo che a questo cronoprogramma è legata l’esistenza del Governo Letta-Alfano. Proprio per mantenere alta l’attenzione su questo argomento, alle ore 17 il Partito dei Comunisti Italiani parteciperà al presidio organizzato dall’ ANPI davanti al Senato della Repubblica”.

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