Direzione Pd, i veltroniani: bene l’intervento di Vittoria

Nella direzione provinciale del Pd, tenutasi lunedì 10 gennaio, e rinviata dal segretario regionale Enzo Amendola a dopo la direzionale del 13 gennaio, è accaduto che i franceschiniani, capitanati dal senatore De Luca, hanno rischiato di finire “incaprettati” dai bassoliniani, oggi bersaniani, ma da sempre demitiani doc. Infatti, senza l’intervento del dirigente nazionale del Pd, Franco Vittoria, che ha lavorato per rimandare la direzione, i franceschiniani che all’ultimo congresso provinciale avevano ottenuto la maggioranza del partito, si sarebbero consegnati, mani e piedi legati, a Ciriaco De Mita tramite il cavallo di troia bassoliniano. E’ quanto sostengono Andrea Forgione e Antonio Petruzzo. “Un intervento provvidenziale, quello di Vittoria, senza il quale i vari Venezia, De Luca, De Blasio – continuano – avrebbero firmato un accordo capestro che avrebbe reso il Pd subalterno all’UDC e, di fatto, consegnato il sindaco di Avellino, Pino Galasso, e la sua amministrazione nelle mani dei mercenari politici di De Mita, infiltrati nel partito democratico. Dunque, la posta in palio della direzione provinciale di lunedì era molto alta, in particolare per la nuova identità che il Pd andava ad assumere, per il rischio che correva l’amministrazione Galasso e per l’autonomia del partito rispetto al demitismo imperante. Ecco perché noi, veri veltroniani, ci sentiamo di esprimere un sincero grazie a Franco Vittoria per questo rilevante contributo. Il Pd che vogliamo non può somigliare a un “fierro viecchio” ma deve ritrovare lo spirito originario del Lingotto di partito aperto, plurale, riformista, a vocazione maggioritaria, che attraverso le primarie scelga il candidato più rappresentativo per rendere davvero competitiva la coalizione di centrosinistra. Analogo ringraziamento rivolgiamo al sindaco Pino Galasso per la sua tenacia nell’affrontare i “venditori di mutande”, borseggiatori della politica, che vorrebbero allungare le mani sull’amministrazione comunale di Avellino. Peccato che analogo ringraziamento non possiamo invece estendere agli amici franceschiniani che, immemori del recente passato ed in perfetta incoerenza, si fanno guidare dai bersaniani nostrani in un abbraccio mortale con il vero nemico del PD: il demitismo e la partitocrazia. Eppure il Pd avrebbe bisogno di riprendere il dialogo con la sua base, senza avere paura del proprio popolo che ha sempre dimostrato di essere qualche passo più avanti della sua classe dirigente. Dopotutto, di fronte alla profonda crisi di consensi, di linea politica e di prospettiva politica, con una segreteria nazionale in stato confusionale ed in balia delle onde, bisognerebbe aprire spazi di partecipazione, creare luoghi di incontro, uscire dalle stanze del palazzo e incontrare i veri problemi delle persone. Non basta far finta di essere uniti se poi sui problemi si hanno soluzioni discordanti, altrimenti l’operazione di mettere insieme tutti serve solo a salvare gli aristocratici parrucconi, maneggioni della politica. Nel concludere rivolgiamo agli amici franceschiniani un appello sincero: voi che come noi, nel 2008, avete avuto il coraggio e la lungimiranza di dire NO al trasformismo demitiano, rimanendo fedeli al progetto di Walter Veltroni, trovate oggi lo stesso coraggio per dire No a questa unità fittizia che altro non è che un cavallo di troia del satrapo di Nusco che mira a sottomettere alla sua volontà e ai capricci dei suoi antichi sodali, oggi maldestramente infiltrati nel PD, i democratici e tutti i cittadini irpini”.

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