Dogana: insopportabile il silenzio della proprietà

Dogana: insopportabile il silenzio della proprietà
Questo l’intervento in relazione alle vicende della dogana di Avellino da parte di Luca Cipriano: Il silenzio dei proprietari del palazzo della dogana è ormai insopportabile. Mentre la città dibatte sul futuro dello storico edificio, mentre da 17 anni un simbolo della storia comune muore nel degrad…

Dogana: insopportabile il silenzio della proprietà

Questo l’intervento in relazione alle vicende della dogana di Avellino da parte di Luca Cipriano: Il silenzio dei proprietari del palazzo della dogana è ormai insopportabile. Mentre la città dibatte sul futuro dello storico edificio, mentre da 17 anni un simbolo della storia comune muore nel degrado, la proprietà tace, conservando un atteggiamento di arrogante indifferenza che non aiuta certo ad arrivare alla risoluzione della vicenda. Su questo è forte la critica che da cittadino e da amministratore rivolgo ai privati che posseggono l’edificio. Il palazzo della dogana non è solo un bene dal valore patrimoniale, economico e commerciale, ma un simbolo della città che meriterebbe maggiore rispetto e dignità. Ci sono scelte, anche difficili, che vanno fatte nell’interesse della collettività e nessuno, anche il privato, può sentirsi esente. Su questo la città di Avellino si aspetta un atteggiamento responsabile e collaborativo. Confermo che l’Amministrazione comunale è pronta a fare la sua parte, anche in sinergia con la Provincia, se sarà necessario, ma per arrivare ad un risultato concreto occorre riaprire e semplificare un dialogo che, al momento, è ancora difficile. Quanto poi al futuro dell’edificio, riprendo un tema largamente espresso in campana elettorale, ovvero che per salvare la dogana servono un progetto e un’idea forte, non solo un restauro conservativo del palazzo. Iniziare i lavori non basta. Occorre avere, invece, un’idea precisa delle funzioni che la struttura andrà ad ospitare. Per questo la formula migliore rimane il concorso di idee, invitando i grandi nomi dell’architettura internazionale a lavorare ad Avellino, così come avviene, ad esempio, nella vicina Salerno, dove il sindaco ha chiamato a disegnare la città del futuro architetti del calibro di Zaha Hadid, Santiago Calatrava, Oriol Bohigas, Jean Nouvel. Puntare sull’eccellenza per individuare le nuove funzioni della città è un metodo vincente. Dalla dogana può partire un serio progetto di rilancio del cuore antico della città, una nuova visione del centro storico che abbracci anche il castello e la piazza antistante, l’area del seminario, il duomo. Su rilancio della dogana l’Amministrazione Galasso ha preso un impegno ben preciso con gli elettori ed intende portarlo a termine. In sinergia con il sindaco, con l’assessore Biazzo e i colleghi consiglieri comunali, sarà forte e costante il mio impegno sul progetto di recupero dell’edificio. Quanto alla formula giuridica da perseguire, se dopo 17 anni di attesa non dovesse esserci la volontà dei privati a risolvere la vicenda, credo si possa sbloccare la questione solo attraverso un’azione di esproprio che il Comune metterà in atto. Il tema della dogana è stato già in parte affrontato nella riunione odierna di Consiglio Comunale e sarà, sicuramente, al centro dei lavori, nelle prossime settimane, dell’assise cittadina. Intanto giudico estremamente positiva l’attenzione e la vivacità che i cittadini e i residenti della zona sollevano sul tema della dogana. Dopo 17 anni la città sembra ritrovare a tutti i livelli, dalla politica alla piazza, uno scatto d’orgoglio a difesa dell’identità comune. E’ questa una grande occasione di rilancio che non possiamo perdere.

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