Fli, Marena: maggiore impegno contro disoccupazione

Fli, Marena: maggiore impegno contro disoccupazione

Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione in Campania tocca quota 58% : il doppio della media nazionale ed il 10% in più rispetto alla percentuale relativa al Mezzogiorno. Con il diminuire dell’età la situazione si aggrava. Nel caso della disoccupazione giovanile le percentuali arrivano al 51% e 68% , nel caso delle donne fino ai 24 anni. Ciò detto rilevo una situazione prettamente numerica ed assolutamente nota. Da notare però che i numeri suddetti si traducono in un peggioramento delle condizioni di vita: come ha giustamente notato il presidente Fini nel discorso pronunciato a Bastia Umbra, abbiamo assistito in questi anni ad un rovesciamento del rapporto giovani- anziani. “Se in precedenza nelle famiglie italiane l’impiego giovanile consentiva al nonno di vivere una vecchiaia serena, oggi, è la pensione del nonno a garantire al ragazzo una vita tranquilla, magari un’uscita serale”. Ciò che preoccupa è che stiamo raggiungendo livelli drammatici: si annullano le prospettive future, viene rubato il domani a migliaia di giovani. Si vive così in una continua attesa, nel migliore dei casi, : c’è, infatti, chi spera che le cose presto cambieranno. Ma c’è però chi non può arrendersi, chi non può permettersi neanche il “privilegio” di attendere. Allora si diventa ancor più vittime della situazione in essere dinanzi alla minaccia di contratti a termine che privano i fortunati giovani lavoratori di prospettive stabili. Mi appello ancora alle parole del presidente di FLI: “ Sé è impossibile garantire il “posto fisso” ciò non deve necessariamente tradursi in una flessibilità assoluta” che rende i giovani d’oggi membri a pieno titolo delle fasce sociali più deboli. Contestualizzando il problema in Irpinia la situazione si aggrava e drammatizza: il posto di lavoro è da sempre considerato merce di scambio in occasione degli importanti incontri elettorali. Se un tale modus faciendi era scandaloso in passato esso è oggi diventuto vergognoso: perché in tempi di crisi economica promettere un lavoro e deludere le aspettative, come sempre accade, e ancor di più oggi, significa “giocare” con la vita di uomini e donne in situazione d’emergenza e “rovinare” famiglie. Ancor più grave sarebbe avventurarsi nella crisi in atto senza appellarsi al valore della meritocrazia: dare posti di lavoro a giovani, uomini e donne preparati e meritevoli significa valorizzare i talenti e garantirsi per il futuro. Ovvio che tali condizioni si verificheranno solo con un cambiamento di mentalità che non è impossibile tra i giovani del 2010. Ma per migliorare l’assetto del nostro paese, della nostra provincia è necessario instaurare dei seri programmi politici che non solo rilancino l’economia italiana immobilizzata ma riattivino il ruolo delle parti sociali. Siamo drammaticamente consci che non “va tutto bene”, ma siamo anche profondamente convinti che sia necessario creare una svolta seria, dare nuovamente vita alla politica, da anni assente nel nostro paese

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