Foibe, la nota di Luca Servodio

AVELLINO – “La destra istituzionale esce allo scoperto e mostra il legame con la destra razzista, violenta e omofoba. La destra istituzionale, da un lato si mostra evoluta rispetto al passato e dall’altro lato copre, finanzia e incoraggia i gruppi neofascisti”.E’ quanto afferma Luca Servodio, esponente del cantiere Irpino per la ricostruzione del Partito Comunista. “Qualche settimana fa, – prosegue Servodio volevano rovinare l’appuntamento della Candelora, ma come sempre, si è rinnovato. Una celebrazione che si fonde, con ritmi pagani e sentimento cristiano al suono delle tammorre e nacchere, senza dimenticare le tradizioni e le discriminazioni che si vivono ancora oggi. L’attacco e le provocazioni di forza nuova, hanno rappresentato il vero volto di un’Italia malata e mi ricorda un pensiero di Albert Einstein: “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima”. L’Italia è un paese allo sbando, dove la classe dirigente, non in grado di rispondere alla crisi economica e sociale, genera il dilagare del razzismo e dell’omofobia.
Il dilagare, nasce dalla manipolazione della realtà, raccontando che la mancanza del lavoro e dovuta all’immigrato, la degenerazione morale è dovuta ai pensieri e ai comportamenti di lesbiche, omosessuali, bisessuali e trans gender e che loro sono i difensori delle tradizioni e dei valori. La verità, che i “paladini”, sono portatori d’odio indiscriminato, contro coloro, che rispetto a una definizione della “normalità”, non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all’umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere (“poveri di spirito”, gli omosessuali e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi).
La destra, ogni anno, tenta di scrivere di nuovo la storia, invece la sinistra moderata, pensa di liquidare la storia. Rivisitare la storia non significa rimuoverla. Penso che occorra, certo procedere nella ricerca e nella riflessione, senza dimenticare:
· in Istria tra il 1919 e il 1922, i fascisti assaltarono decine di centri culturali “alloglotti”;
· i fascisti incendiarono e distrussero le sedi sindacali, le cooperative contadine, le redazioni dei giornali operai e le tipografie;
· -i fascisti aggredivano, picchiavano e assassinavano, decine di militanti politici e cittadini “slavi”;
· -dopo il golpe del 1922, le violenze fasciste divennero “legali” e fu pianificata una vera e propria pulizia etnica portata avanti attraverso la chiusura delle scuole croate, i licenziamenti indiscriminati, gli espropri delle terre fino ad arrivare all’italianizzazione forzata dei cognomi e dei toponimi;
· -le vittime dell’occupazione italiana in Jugoslavia furono oltre 200.000;
· -gli stessi nazisti nel 1944 trovarono nelle “foibe” non più di 200 corpi, tutti esponenti del regime e non le migliaia di civili “infoibati perché solo italiani” indicati dalla vulgata neoirredentista.
Potremo, continuare a elencare i soprusi che determinare l’eliminazione di decine di fascisti e collaborazionisti, poi gettati nelle foibe, e fu sempre questo a determinare il clima in cui maturarono eccessi. Per le famiglie jugoslave, cui furono bruciate case o rase al suolo e membri deportati o fucilati, non è dedicato il “giorno del ricordo” e nessun monumento, piazza, via a rievocarli.
È giunto il momento di ristabilire le condizioni di democrazia e di verità storica. La nostra società, perdendo cultura, memoria storica, morale cessa di essere civile e moderna, sarà destinata a decadere e a crollare. Le forze sane e democratiche del paese devono diventare ambienti pedagogici e culturali, per formare le nuove generazioni, attraverso un confronto che va coltivato, messo in rete, condiviso e contaminato affinché si costruisca un nuovo senso comune e un nuovo costume”.

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