Forgione: “Accordo possibile con area Franceschini”

Forgione: “Accordo possibile con area Franceschini”
Allora Forgione lei è il candidato ufficiale della mozione Marino alla carica di segretario provinciale del Pd, come intende presentarsi ai democratici irpini?
Per prima cosa mi lasci ringraziare tutti gli amici e le amiche della mozione Marino, con in testa il segretario Franco Vittoria…

Forgione: “Accordo possibile con area Franceschini”

Allora Forgione lei è il candidato ufficiale della mozione Marino alla carica di segretario provinciale del Pd, come intende presentarsi ai democratici irpini?
Per prima cosa mi lasci ringraziare tutti gli amici e le amiche della mozione Marino, con in testa il segretario Franco Vittoria, che hanno voluto onorarmi del loro sostegno e del loro consenso. Onorerò questa fiducia con coerenza e passione, con spirito di servizio, avendo come fine il bene comune e gli interessi dei cittadini irpini. Intendo anche chiarire che la nostra candidatura è al servizio del partito, dei suoi iscritti e dei suoi elettori, nata fuori dai meccanismi della cooptazione ed aliena alle logiche degli apparati. Una candidatura che parte dal basso ed ha l’ambizione di sparigliare le logiche spartitorie dei professionisti della politica. Proprio per questo abbiamo pubblicato sui siti internet il nostro manifesto politico dai titolo ” Un partito di cittadini per una Irpinia solidale, unita e democratica” Ma la mozione Marino non ha i numeri per eleggere da sola il segretario provinciale, con chi intendete allearvi?
Il congresso degli iscritti ha sancito che nessuna mozione ha i numeri per eleggere in solitaria il segretario ed gruppo dirigente provinciale: le primarie, sono sicuro, confermeranno questa tendenza. Il futuro segretario dovrà, quindi, essere frutto di una sintesi ed una volta eletto dovrà essere il segretario di tutti. Va comunque considerato che dalla convenzione provinciale è emersa una maggioranza, al di là delle mozioni, che si riconosce nel modello veltroniano di partito. I veltroniani in Irpinia rappresentano circa il 70 per cento del partito. Su questo modello di partito: aperto, plurale, riformista, a vocazione maggioritaria, che sceglie la propria classe dirigente con le primarie, bisogna necessariamente costruire la maggioranza che governa il partito. Ai dalemiani, che vogliono invece un partito di soli iscritti, a vocazione minoritaria sul modello degli ex DS, compete al contrario il nobile ruolo di minoranza interna. D’altronde, nella provincia di Napoli si verificherà la stessa cosa a parti invertite con i bersaniani in maggioranza. Queste sono le regole in tutti i grandi partiti democratici di massa. Questo è l’unico schema democratico e di unità possibile per il partito, il resto è inciucio, trasversalità e sottobosco politico. Lei sta dicendo che il segretario va scelto fra la mozione Marino e la mozione Franceschini?
Esattamente. Facciamo un esempio: se la mozione Franceschini dovesse indicare l’amico Carmine De Blasio quale candidato alla segreteria provinciale si dovrebbe comunque raggiungere una sintesi fra la candidatura di Forgione e quella di De Blasio. Ecco perché mi permetto di rivolgere l’appello ai cittadini irpini di recarsi il 25 ottobre ai seggi per le Primarie e naturalmente di votare per le liste che si riconoscono nel progetto di Ignazio Marino. Un progetto che fa del rinnovamento e dell’ innovazione la sua bandiera, insieme ai diritti civili, alla solidarietà, alla legalità ed al merito. Più forza alla mozione Marino è garanzia di un partito più democratico e con una classe dirigente rinnovata. Ma in pratica come si sceglierebbe il futuro segretario?
Con il metodo democratico. Per intanto sarebbe buona cosa che i cittadini conoscessero molto prima il nome ed il programma del candidato segretario. Infatti, noi con coerenza, abbiamo individuato il nome del candidato segretario, abbiamo elaborato un manifesto politico-programmatico che è stato emendato dai cittadini e lo abbiamo pubblicato su internet. Questo manifesto è stato fatto vagliare da tanti iscritti e cittadini, nei circoli e nei ritrovi di Calitri, Taurasi, Fontanarosa, Ariano Irpino, Montella, Sorbo Serpico, Villamaina, Mirabella Eclano, Atripalda, Torella dei Lombardi, Paternopoli, etc, e nelle prossime settimane continueremo il nostro viaggio elettorale. Questo dovrebbe essere il preludio alla fase finale del congresso provinciale, dove, a mio avviso, con le primarie si dovrebbe scegliere anche il segretario provinciale. Come mai lei non si è candidato alle Primarie del 25 ottobre nonostante fosse delegato regionale uscente?
Noi, democratici della mozione Marino non siamo come i farisei, al contrario, ciò che predichiamo, pratichiamo. Il mio posto l’ho ceduto volentieri all’amica Roberta Santaniello, giovane donna ricercatrice universitaria. Chi vuole il rinnovamento e crede nei giovani deve poi dimostrare nei fatti che c’è coerenza tra pensiero ed azione. Poi, noi siamo una squadra e quindi nel nostro progetto c’è spazio per tutti. Io svolgo già il ruolo di segretario del circolo Martin Luther King, sarò poi il delegato provinciale del mio circolo e sono candidato al ruolo di segretario provinciale per la mozione Marino. Credo quindi che più non posso offrire al partito. Una parte del mio tempo libero la devo pur dedicare ai figli e alla famiglia, e poi io non vivo di politica, appartengo alla società civile e sono convinto che il bene comune si può servire da qualsiasi posizione, anche la più umile. Forgione, il PD non gode di buona salute, come ne può uscire?
La difficoltà sta tutta nel fatto che quando Veltroni ebbe l’intuizione di costruire il partito delle primarie moltissimi italiani, stanchi della vecchia politica e delle vecchie oligarchie gerontocratiche credettero che fosse giunto il momento di voltare pagina. Purtroppo però la spinta al rinnovamento, con le dimissioni di Veltroni, si è arenata e la gente legge in questo la volontà di tornare ai metodi del passato. Infatti, nel partito ci sono alcuni vecchi gruppi dirigenti che sognano la restaurazione partitocratica, le vecchie liturgie che si praticavano nelle sezioni, il sistema proporzionale che garantiva il consociativismo. Il male attuale del partito è proprio il tentativo di restaurare la vecchia storia a danno del futuro. Invece noi dobbiamo andare verso il futuro, verso un partito democratico sul modello americano che ha permesso ad Obama di diventare Presidente degli USA, nonostante non appartenesse agli apparati di potere. Senza indugio dobbiamo, quindi, rompere con il passato e continuare sulla strada tracciata da Walter Veltroni, costruendo un partito sinceramente democratico. Si Può ancora Fare, si può Fare.

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