Galleria Pavoncelli: in campo la Provincia |
Galleria Pavoncelli: in campo la Provincia
In data 6 Novembre 2009 il Consiglio dei Ministri ha dichiarato “lo stato di emergenza in relazione alla vulnerabilità sismica della galleria Pavoncelli che convoglia risorse idriche dell’Acquedotto pugliese”, riattivando in questo modo i lavori per la realizzazione del raddoppio della Pavoncelli e determinando, di fatto, le condizioni per cui la Provincia di Avellino possa vedere ridotta la propria capacità idrica, in assenza di una precisa definizione sia delle modalità di controllo della quantità d’acqua trasferita alla Puglia, sia dell’entità del ristoro economico, così come previsto dalla normativa. Il vero scippo delle acque che l’Irpinia rischia di subire più che essere legato ai recenti provvedimenti del Parlamento potrebbe, invece, realizzarsi a causa di questa opera. La giunta provinciale, pertanto, su proposta del vice-presidente Giuseppe De Mita, ha espresso la propria assoluta non condivisione, in merito alla decisione assunta dal Governo, adottando un deliberato attraverso il quale viene chiesto di revocare il provvedimento, o, comunque, di modificarlo sostanzialmente. In particolare, è stato fatto presente che il provvedimento governativo è in contrasto con una pronuncia della magistratura, con la quale erano stati bloccati i lavori proprio in ragione dell’assenza di alcuni requisiti previsti dalla normativa ambientale. Non solo, ma nel mese scorso era stata insediata presso l’assessore regionale, Walter Ganapini, una commissione interregionale per la definizione della questione, la quale non ha ancora concluso i propri lavori. Inoltre, è stata sottolineata la circostanza che la dichiarazione dello stato di emergenza per vulnerabilità sismica è stato dichiarato in relazione alla Pavoncelli, per tutelare l’interesse della Puglia, mentre ad oggi resta ancora in attesa di risposta la richiesta della Provincia di Avellino di intervenire, proprio attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza sugli edifici scolastici, al fine di adeguarli urgentemente alle nuove disposizioni antisismiche.