Gallicchio, Pd: “Rilancio turistico irpino? Solo chiacchiere”

L’INTERVENTO – «A parole si parla di rilancio turistico del territorio, quando, però, si mette mano alle risorse ecco spuntare la mano regionale che traccia confini nella stessa Alta Irpinia preferendo alcune zone rispetto ad altre. E’ quello che potrebbe accadere con la Misura 1.9 dedicata ai fondi da assegnare alla valorizzazione dei beni culturali e agli interventi privati finalizzati al turismo. Infatti, pare che l’intenzione della Regione Campania, ed in particolare del vice presidente Giuseppe De Mita che detiene la delega al turismo, è quella di privilegiare le aree comprese tra Montevergine e Materdomini. L’Alta Irpinia, in particolare l’Irpinia d’Oriente e alcune zone della stessa Materdomini ne resterebbero escluse». Con queste parole Pasquale Gallicchio, dirigente provinciale del Partito democratico cerca di scuotere partito e istituzioni per evitare il peggio. «Lo dico al sindaco di Lioni che manifesta l’intenzione di presentare al ministro Barca il progetto “La via del vino tra i castelli della verde Irpinia” ma dovrebbe accorgersi che lo stesso progetto viene smantellato per prenderne soltanto un pezzo. Un progetto così importante e ben pensato che abbracciava un territorio incluso da Montefalcione a Monteverde in cui si valorizzava anche la ferrovia Avellino-Rocchetta S.Antonio, rischia di andare in fumo. Poi, vorrei aggiungere che a Roma nessuno si accorge dell’Irpinia anche perché la rappresentanza dei parlamentari forse è distratta da altro. Infatti, nei venti progetti culturali e turistici per il Sud finanziati dallo stesso Barca non c’è nessuna erogazione per la provincia di Avellino. Si fermano spesso a Napoli». L’esponente del Pd ha partecipato agli Stati Generali organizzati dall’ assessore di Calitri Giuseppe Di Guglielmo. «Giuseppe è uno degli amministratori più attivi dell’Alta Irpinia – afferma Gallicchio – devo dire, però, che i contenuti di molti interventi mi hanno lasciato insoddisfatto. Invece di far capire ai giovani che c’è qualcuno pronto a costruire la speranza, ci si è limiti a snocciolare le difficoltà. Ai giovani bisognerebbe rappresentare un’altra faccia della propria terra che è fatta di politici e istituzioni pronti a lavorare in concreto valorizzando alcune eccellenze presenti in molti settori, come le energie rinnovabili, che possono avviare non solo occupazione ma una opportunità per un maggiore collegamento tra scuola e impresa dove l’impresa è anche ricerca, applicazione, sperimentazione. Occorre un nuovo modello Irpinia e per realizzarlo non è sufficiente l’elenco delle buone intenzioni. Servono idee chiare. Perciò, un modello per ricominciare potrebbe essere quello degli Accordi di Reciprocità del 2010 dove i sindaci non erano i soli a discutere dello sviluppo dei territori. In quella occasione l’Alta Irpinia aveva elaborato una serie di idee- forza, come la stessa banda larga che oggi il sindaco di Lioni vuole chiedere a Barca. Peccato che alla fine gli stessi sindaci abbiano optato per la piattaforma logistica in Valle Ufita. Risultato: sono naufragati entrambi. Di fronte a noi c’è un cammino difficile ma non impossibile e in campo ci sono idee e progetti già validi basta integrarli. Ciò può accadere se la politica si riappropria della conduzione del gioco e si superano le diatribe interne ai partiti e alle amministrazioni locali che alcune volte impediscono di far decollare importanti progetti già pronti per essere operativi».

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