Il distretto idrico e il travaso di voti

Si sono svolte senza grosse sorprese le elezioni dei nuovi componenti del distretto idrico della provincia di Avellino. Si trattava di elezioni di secondo livello (amministratori comunali che eleggono altri amministratori comunali), per un ente sostanzialmente privo di poteri e competenze (di fatto l’unico soggetto che incide sulla politica delle acque in Campania è la regione). Dunque la conta dei voti per ora ha soltanto un significato di natura politica piuttosto che amministrativa.

La  lista dei vincitori (17 consiglieri ottenuti sui 30 previsti) vende come sponsor politici i consiglieri regionali Livio Petitto e Vincenzo Alaia, il sindaco di Avellino Gianluca Festa, l’ex presidente della provincia Biancardi, e il sindaco di Montefalcione Angelo D’Agostino. Insomma tutto il gruppo in uscita dal centrosinistra che ha sostenuto la candidatura di Gianfranco Rotondi.

Come giudica questo risultato il centrodestra? Si considera fra i vincitori di questa elezione oppure no? È evidente che il voto di ieri impone al centrodestra un chiarimento politico al suo interno. Al momento dell’accettazione della sua candidatura il neo deputato di Avellino ammise che la sua era una scelta obbligata, considerata l’assenza di classe dirigente di centrodestra in Irpinia.

Ma già adesso Rotondi e i pochi dirigenti di centrodestra presenti, a cominciare dai coordinatori provinciali di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia devono porsi una domanda: sono pronti, dopo avere ricevuto una grossa messe di voti,  ad accogliere  questa intera  classe dirigente formata da amministratori e consiglieri regionali in rotta col Pd di De Luca? Sempre che tutti costoro intendano – davvero – cambiare schieramento politico, piuttosto che attendere i nuovi equilibri nel centrosinistra, e rientrare magari nelle file democratiche.

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