Il Governo accelera sull’abolizione delle Province

Il Consiglio dei ministri che si è tenuto questa mattina a Palazzo Chigi ha approvato il disegno di legge costituzionale per introdurre in Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Via libera anche al ddl, sempre costituzionale, per l’abolizione delle Province, con il trasferimento delle competenze alle Regioni. All’ordine del giorno non figura il tema del taglio del numero di deputati e senatori, oggetto comunque di disegni di legge di iniziativa parlamentare il cui iter è iniziato ieri al Senato. Il pareggio di bilancio sarà un vincolo costituzionale a partire dal 2014. ”Non sarà solo un criterio contabile ma un principio ad altissima intensità politica e civile”, ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ricordando che sarà introdotto nella Costituzione ”nella parte prima, sui diritti e doveri dei cittadini”. Dopo il si del Senato tra le proteste in piazza, la Manovra si avvia alla fiducia anche alla Camera. Secondo quanto stabilito dalla Capigruppo di Montecitorio, l’inizio della discussione in aula è fissato per lunedì12 alle 15, mercoledì la probabile fiducia e per giovedì si profila il voto finale. Nella riunione l’Italia dei valori ha preannunciato la presentazione di una questione pregiudiziale e il Pd di alcuni emendamenti su punti qualificanti del provvedimento come l’art.8 (la norma che permette il licenziamento, in deroga allo Statuto dei lavoratori, con l’accordo del sindacato aziendale). Da Palermo, intanto, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dribbla le domande dei cronisti che gli chiedono un commento sulla Manovra approvata al Senato. ”Non vi affannate senza un motivo, non mi imbarco in dichiarazioni. Sono qui solo per onorare una grande personalità del Parlamento italiano e dell’Assemblea regionale siciliana, l’onorevole Giuseppe La Loggia”. L’abolizione delle Province, naturalmente, non piace all’Unione Province italiane (Upi) che annuncia una mobilitazione dei presidenti per giovedì. Secondo il presidente Giuseppe Castiglione “ci sarà un aumento dei costi della politica e si creerà un caos istituzionale”. Perché il Governo, chiede provocatoriamente castiglione, ”non dice nulla sugli enti, sulle società partecipate, sui consorzi che hanno un costo di 7 mld di euro?”. Critiche arrivano anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani che punta il dito sulle ”riforme a pezzi”. “Fare riforme a spot non dà i risultati che ci si attendono da questa riforma. Siamo convintissimi che il sistema istituzionale debba essere riformato. Chiediamo un confronto con il governo e il Parlamento per realizzare questa riforma in modo coerente, che sia un vantaggio per i cittadini e le imprese in relazione alle efficienze della funzione di governo”.

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