Imbriano (Sel): “non perdere il vento del cambiamento”

AVELLINO – A dieci anni dai fatti del G8 di genova Gennaro Imbriano di Sel chiamat tutti ad una riflessione politica: “Ricordare il G8 di Genova, vuol dire ripercorrere la “via crucis” della repressione poliziesca, della brutale sospensione dello stato di diritto, dell’assassinio di Carlo, tornare con la memoria agli spari di Piazza Alimonda, alle cariche e ai lacrimogeni di via Tolemaide, all’assalto della Scuola Diaz. Penso a quelle tre intense giornate del luglio 2001 e rivedo i volti di Francesco, Rino, Enrico e tanti tanti altri, volti di quella giovane generazione che bruscamente divenne adulta e protagonista, quella generazione che si riprese la parola per dire “un’altro mondo é possibile”. E, a distanza di dieci anni, possiamo dire che avevamo visto giusto. Avevamo ragione a denunciare i guasti e le ingiustizie che avrebbe prodotto il neoliberismo; a prevedere la crescita esponenziale delle diseguaglianze della povertà e delle guerre, la mercificazione dei saperi e lo sfruttamento indiscriminato della natura e della vita; a denunciare la folle corsa alla finanziarizzazione dell’economia, l’attacco al welfare e la restrizione degli spazi democratici; a sperimentare collettivamente la “contaminazione” e la “non-violenza”, pratiche preziose e innovative. Avevamo davvero ragione, ce lo ricorda anche questa crisi economica e ambientale che sta travolgendo il mondo, lo dice questa feroce speculazione che ha messo sotto attacco finanche l’Europa, eppure fummo sconfitti. Oggi c’è l’esigenza non solo di ricordare, ma di riaprire un confronto sui punti più avanzati e sui limiti di quella stagione straordinaria che abbiamo vissuto, sopratutto per riflettere su come gli stessi movimenti si stiano trasformando profondamente nelle pratiche, nelle forme, negli strumenti, nei linguaggi. Dobbiamo farlo ora che la speranza torna ad affacciarsi, proprio ora che giovani e donne tornano protagonisti in tutto il Mediterraneo, da piazza Tahrir a Puerta del Sol, fino all’Italia. Non basta semplicemente riconvocare la “generazione di Genova”, quanti qui gravitavano attorno alle esperienze del Social Forum e del Malepasso. Occorre pure in Irpinia una interlocuzione allargata a quei soggetti che recentemente si sono mobilitati, anche in forme del tutto inedite. Penso alle donne, agli studenti e al mondo della cultura, alla Cgil e ai lavoratori, a quell’arcipelago di associazioni comitati e singoli cittadini che si sono recentemente attivati, quasi in maniera molecolare, per i referendum. Questa grande voglia di partecipare che oggi ha fatto da detonatore alla crisi del berlusconismo, non va ignorata o perfino criminalizzata, come invece avvenne prima durante e dopo il G8 di Genova. Il vento nuovo, che sta attraversando oggi il nostro Paese e l’Europa, è una straordinaria opportunità di cambiamento che non possiamo perdere”.

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