Incompatibilità Gabrieli: la nota del consigliere Pd

POLITICA AVELLINO – Di seguito vi proponiamo la nota a firma del consigliere comunale del Partito Democratico di Avellino, Leonida Gabrieli, in merito alla vicenda dell’incompatibilità: “Fino ad oggi si è scelto di mantenere la massima discrezione sulla cosiddetta incompatibilità tra l’amministratore dell’ACS e il sottoscritto, in attesa dei pareri richiesti ad Enti o Autorità terzi (ai quali il sottoscritto uniformerà il proprio comportamento). Ma mi rendo conto che ciò non paga, soprattutto alla luce della disinvolta spregiudicatezza con la quale, oltre ai nuovi giuristi di turno i quali discettano di diritto senza aver mai letto una sola norma, addirittura alcuni membri della Commissione Consiliare detta Trasparenza del Comune di Avellino, pur di dare sfogo ad una fin troppo evidente acredine che ha ben altre origini (delle quali si dirà a tempo e nei luoghi debiti, così come si dirà del parere di alcuni avvocati del Comune di Avellino non immuni, peraltro, da pseudo-conflitti di natura interna all’amministrazione.
E’ la prima volta, mi dicono e sembra, che dagli avvocati sottoscrittori del parere è stata presa una decisa posizione su un parere ed in tempi così rapidi) e senza provare un minimo di imbarazzo se non di vergogna, hanno l’ardire di affermare evidenti assurdità giuridiche dettate da malafede, da preconcetto se non da ignoranza delle leggi (la scelta la lascio a chi legge). Sicchè è il caso di precisare che alcuni membri della Commissione, che dovrebbe essere deputata solo al corretto perseguimento del programma e alla corretta gestione amministrativa dell’ente ed essendo incompetente ad esprimersi nella fattispecie, con le loro forzate argomentazioni finiscono per dimostrare di ignorare quanto segue. A termini della nuova normativa, come detto più volte impropriamente richiamata ai fini della pretesa incompatibilità, restano attivi fino alla scadenza naturale gli affidamenti dei servizi effettuati a società pubbliche in house providing che soddisfano i requisiti fissati dalla giurisprudenza comunitaria (controllo sul gestore analogo a quello svolto sui propri organi, svolgimento dell’attività in via prevalente per l’amministrazione o le amministrazioni socie, capitale sociale totalmente pubblico) il cui valore economico sia inferiore ai 900.000,00 euro annui. Restano attivi, fino alla scadenza naturale, gli affidamenti effettuati a società miste con socio selezionato con c.d. gara a “doppio oggetto” (scelta del socio e affidamento del sevizio).
Per tale ragione, l’indicazione del Dott. Gabrieli, quale amministratore dell’ACS (società prettamente strumentale che non agisce in regime di appalto o di concessione), altro non è che una prorogatio della nomina già a suo tempo conferita nel 2008 a seguito di selezione pubblica. Contrariamente a quanto sostenuto – e l’approssimativa argomentazione della Commissione soffre della mancata lettura della delibera del 2008 e dei suoi dirimenti allegati – unici organi deputati al controllo sulla ACS sono la Giunta, quanto alla gestione ed alle tariffe, ed il dirigente, quanto al contratto di servizio (che, dico ad alcuni ma solo alcuni avvocati anche del Comune, non integra, come detto, i profili dell’appalto o della concessione). Al Consiglio Comunale, nel programma allegato alla delibera del 2008, era demandato il solo compito di indicare le linee guida cui attenersi nella stesura del contratto di servizio e nella costituzione della società. Adempimenti, questi, tutti effettuati all’epoca e dai consiglieri comunali dell’epoca (tra i quali non c’era il sottoscritto), non più validi oggi.
La mancata osservanza, poi, di una norma dello Statuto dell’ACS, che prevede la comunicazione alla conferenza dei capigruppo consiliari della volontà di nominare gli amministratori e i revisori della società partecipata e di dare comunicazione al Consiglio (circostanza, quest’ultima, che se mal non ricordo è stata rispettata), è obbligo la cui inosservanza non comporta conseguenza alcuna soprattutto sul piano della validità, trattandosi, come detto, di norma dello Statuto della società. Ciò precisato, la circostanza che più indigna da un lato, è la meschina ritorsione di alcuni (per vicende processuali di natura privatistica e privata che di fatto determinano incompatibilità all’interno della stessa Commissione e che avrebbero dovuto suggerire l’astensione dal trattare l’argomento), dall’altro che non si parla delle VERE incompatibilità che esistono in Consiglio Comunale, concentrandosi a volte la doppia carica sulla stessa persona, e che, per la signorilità che mi distingue e che presuntuosamente mi attribuisco, preferisco tacere, ma che pur dovranno essere un giorno oggetto di discussione, soprattutto per ricordarlo a chi della legalità ne fa un falso vessillo (anche di ciò diremo a tempo e nei luoghi debiti), a chi morde sotto i talloni, a chi non ha il coraggio delle proprie azioni e a chi parla per sentito dire. E da me tali incompatibilità saranno sempre dette in forma dubitativa, posto che le sicure certezze sono degli stolti”.

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