La Cisl spinge per avere più associazioni tra comuni

Sul terreno istituzionale una delle scelte di maggiore rilievo è senza alcun dubbio costituita dalla decisa accelerazione che viene impressa alla gestione associata da parte dei piccoli Comuni – afferma Antonio Santacroce Segretario Provinciale Cisl FP IrpiniaSannio. La nuova disciplina prevede che tutti i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 3.000 abitanti se appartengono o sono appartenuti a Comunità Montane, esercitino obbligatoriamente in forma associata la quasi totalità delle funzioni fondamentali. I Comuni interessati sono tenuti a completare il processo associativo, attivando la gestione associata delle restanti funzioni, entro il 1 gennaio 2014. Qualora tali termini decorrano senza che i Comuni interessati abbiano adempiuto ai suddetti obblighi, il Prefetto assegna ai Comuni inadempienti un termine perentorio entro il quale adempiere e decorso anche questo secondo termine, è previsto l’intervento con potere sostitutivo dello Stato. L’obbligo di gestione associata può essere adempiuto mediante la costituzione di Unione di comuni o attraverso convenzione . Per le Convenzioni non viene fissato alcun limite demografico minimo. Sotto questo profilo, evidenzia il segretario Provinciale Santacroce, la nuova disciplina contiene un’evidente criticità, in quanto la mancata previsione di un limite demografico minimo potrà facilmente trasformarsi in un incentivo ai Comuni ad adempiere all’obbligo di gestione associata mediante Convenzioni di ridotta consistenza demografica, rischiando così di pregiudicare la sperimentazione di forme più virtuose di associazionismo comunale. La “Spending Review” ha rinnovato l’intera disciplina delle Unioni di Comuni. La Regione Campania ha approvato le linee guida essenziali sugli ambiti ottimali per l’esercizio associato delle funzioni comunali. Il testo, stabilisce che le forme associative obbligatorie (costituite in forza di legge fra comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, e dei 3 mila se appartenenti o appartenuti alle comunità montane), e le forme associative spontanee devono essere coerenti con i sistemi territoriali di sviluppo individuati con il Piano Territoriale Regionale. E’ prevista una deroga per gli enti locali al di sotto dei mille abitanti che intendano attivare le Unioni dei comuni per lo svolgimento di tutte le funzioni. Gli Enti locali che si associano devono essere contermini e le funzioni fondamentali devono essere esercitate con un’unica forma associativa. Il limite demografico minimo delle unioni è fissato in 10 mila abitanti. L’avvio dell’esercizio in forma associata è previsto per il primo gennaio 2014. Nella provincia di Avellino e Benevento, sono circa 170 i Comuni interessati da questo processo che dovrebbe determinare concreti risultati sia ai fini del contenimento della spesa pubblica che per il miglioramento della qualità e quantità dei servizi erogati da parte dei piccoli Enti. Purtroppo è difficile per la politica lavorare per l’interesse del bene comune e non per il proprio territorio di appartenenza. Il legislatore nell’approvare questa norma non ha tenuto conto di queste limitazioni e quindi una scelta innovativa sul terreno istituzionale fondamentale a garantire il posto di lavoro e i servizi ai cittadini non riesce a trovare facile applicazione, continua il Segretario Provinciale della Cisl FP IrpiniaSannio . I Sindaci interessati non accettano lo svuotamento di attribuzione dei Comuni che amministrano, a cui rimangono di fatto solamente compiti di indirizzo e rappresentanza della Comunità. Bisogna avere il coraggio di guardare, invece, alle nuove possibilità che scaturiranno dalle nuove deleghe A oggi nella provincia di Avellino e Benevento sono poche le unioni già realizzate che gestiscono servizi rilevanti ed in troppi casi la loro attivazione è subordinata alle incentivazioni disposte dalle Leggi Statali e da quelle Regionali. Ci sono forti resistenze a sperimentare gestioni più significative. Occorre affermare con molta chiarezza che i Comuni non possono più attendere. Solo attraverso la collaborazione si possono garantire i servizi ai cittadini, soprattutto in quelle realtà con una vasta superficie territoriale. Con la gestione associata si possono avere significativi miglioramenti sotto il duplice profilo del contenimento dei costi e dell’efficacia. Gli Enti collaborando tra loro possono assumere un peso politico più rilevante nei rapporti con i soggetti presenti sul territorio e con i livelli istituzionali superiori. L’ambito più esteso consente di intercettare maggiori quote di contributi pubblici e privati, provenienti anche dell’Unione Europea. Non è più tempo di privilegi e delle spese inutili, dobbiamo tutti contribuire con umiltà e senso di responsabilità a far ripartire la macchina pubblica recuperando risorse da investire in produttività e servizi alla cittadinanza. Il gioco delle parti non deve portare a dividere Politica e Sindacati ma a sancire una solida alleanza affinché il rilancio della Pubblica Amministrazione passi attraverso un dialogo aperto e trasparente evitando che misure più restrittive ci vengano imposte dall’alto. L’obiettivo di questo Sindacato è quello di porre i cittadini nelle condizioni di avere dalla Pubblica Amministrazione servizi sempre più efficienti e funzionali, conclude il Segretario Provinciale SANTACROCE.

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