Parte da Solofra l’esperienza di “Noi riformatori azzurri”

Parte da Solofra l’esperienza di “Noi riformatori azzurri”
“Ridare slancio al confronto politico nell’interesse dello sviluppo della comunità”. E’ questo il messaggio lanciato la scorsa sera da Alba Maffei presidente del circolo solofrano di “Noi Riformatori Azzurri”. Una formazione politica che nella cittadina conciaria ha al suo attivo già due assessori e…

Parte da Solofra l’esperienza di “Noi riformatori azzurri”

“Ridare slancio al confronto politico nell’interesse dello sviluppo della comunità”. E’ questo il messaggio lanciato la scorsa sera da Alba Maffei presidente del circolo solofrano di “Noi Riformatori Azzurri”. Una formazione politica che nella cittadina conciaria ha al suo attivo già due assessori ed un consigliere comunale. Si tratta di Antonello D’Urso, Agostino De Maio e Nicola Moretti. La scorsa dunque l’inaugurazione della sezione solofrana. “I nostri circoli, rilancia l’onorevole Francesco Colucci questore della Camera dei deputati e Presidente nazionale dei circoli “Noi riformatori azzurri”, hanno l’obiettivo di vivificare l’ambiente politico. Ad oggi in Italia siamo costretti a registrare una situazione di profonda difficoltà. Nessuno si occupa più di politica, nessuno mette al centro il confronto ed il dialogo prima ancora che fra istituzioni con gli elettori. Nella maggior parte dei casi gli sforzi sono rivolti unicamente a tutelare il proprio “orticello”. Come “Riformatori azzurri” noi ci muoviamo in controtendenza. Il nostro obiettivo è il dialogo, il confronto politico. L’apertura dei circoli testimonia la volontà di creare una capillare rete sul territorio che metta in condizione i cittadini di trovare degli interlocutori alle loro istanze. Un “modus operandi” che è piaciuto come testimonia la crescita del numero di quanti si sono avvicinati a noi”. “Per quanto riguarda la Provincia di Avellino la freschezza che ha connotato la nostra proposta politica è servita a scardinare degli equilibri, dei circoli viziosi oramai consolidati e che evidentemente si ritenevano, a torto, immutabili”.

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