Pd, Congresso nazionale: obiettivi e linee guida

Pd, Congresso nazionale: obiettivi e linee guida
Il Partito Democratico esprime in una nota che: il Congresso nazionale dei PD si pone come obiettivo la messa a disposizione delle nostre forze al servizio del Paese, dare al riformismo un programma e un soggetto politico più forte capace di guidare un’ alleanza larga e condivisa di centro sinistra …

Pd, Congresso nazionale: obiettivi e linee guida

Il Partito Democratico esprime in una nota che: il Congresso nazionale dei PD si pone come obiettivo la messa a disposizione delle nostre forze al servizio del Paese, dare al riformismo un programma e un soggetto politico più forte capace di guidare un’ alleanza larga e condivisa di centro sinistra e di dare ad essa forma e sostanza. Il voto sia alle europee che alle amministrative ha premiato quelle forze politiche che si sono contraddistinte con forti elementi di identità territoriale, come la Lega, o con un radicalismo populista e propagandistico; a questo va aggiunto l’aumento dell’astensionismo, che questa volta ha fortemente penalizzato il centro sinistra e il PD. Che il PD abbia subito una pesante sconfitta elettorale e politica è innegabile! Ma il PD resta ancora una grande speranza, una grande forza popolare e il progetto politico è rimasto in piedi. Anche per questo, oltre che per il bene del Paese, il PD è chiamato ad assumere una forte iniziativa sociale e politica, per riorganizzare e rilanciare l’opposizione e che sappia contemporaneamente porsi, credibilmente, come forza di governo, come vera alternativa al PDL e al centro-destra in generale. Va avviata, a mio avviso, la costruzione di un nuovo centro sinistra basato sui programmi, un centro-sinistra organizzato e non un mero cartello elettorale, abbandonando pregiudizi e rissosità che hanno contribuito non poco a far perdere di credibilità di governo da parte del centro-sinistra, diventa perciò necessario costruire una nuova coalizione in grado di candidarsi al governo delle istituzioni, concorde sugli obiettivi da perseguire e fondata su una solida e rinnovata cultura di governo. Per fare questo, anzitutto il PD deve abbandonare definitivamente la vocazione all’autoreferenzialità e alla pericolosa deriva di una “autosufficienza” politica incapace di “emozionare” gli animi e i cuori degli italiani, la vocazione maggioritaria ci ha isolati, indeboliti e resi invisi e sostanzialmente poco credibili. Ma prima di tutto questo VA COSTRUITO IL PARTITO! La costruzione del partito non è stata all’altezza delle aspettative. Troppi errori d’impostazione e di direzione politica, consumati come dei veri e propri dilettanti allo sbaraglio, infervorati da una sorta di falso “nuovismo” e caratterizzati da punti di approdo sbagliati. Sulle questioni fondamentali, dalla laicità dello Stato ai diritti della persona, dalla centralità del lavoro alla difesa dei diritti dei lavoratori, dal decadimento della politica alla crisi della democrazia e, infine, nel modo stesso di pensare e fare opposizione troppe volte le scelte e il comportamento del gruppo dirigente del PD sono state incerte, confuse e contraddittorie. C’è bisogno di una svolta e di una profonda innovazione nel modo d’essere del partito. Il PD attuale ha confuso la parola partecipazione con la parola plebiscitario, finta apertura ai cittadini con la mortificazione costante degli iscritti, ma ha fatto di peggio ha distrutto le forme organizzate interne facendo finta di costruire, il partito fluido dei loft! Per non parlare poi ai vari livelli della confusione creata ad arte tra funzioni degli amministratori con la direzione politica del partito! Sistematicamente si è sottratto forza e funzione alle sedi collettive e ai gruppi dirigenti e per ultimo ma non meno importante si è alimentato la divisione generazionale invece di puntare ad un rinnovamento nella solidarietà e nella qualità dell’agire politico. Per questo servono nuove forme di legittimazione dei gruppi dirigenti e nuove modalità di selezione; la vera innovazione è valorizzare la trasparenza delle persone, il disinteresse, la valutazione dei risultati ottenuti, la rappresentanza sociale e di genere, e non più la cooptazione o la selezione per censo come avviene nella costruzione delle liste per le primarie o per elezioni amministrative.Al PD serve un rinnovamento vero e che va fatto sul serio! In tale contesto si pone l’Irpinia. L’Irpinia, la nostra amata provincia, ricca di intelligenze, di culture, di energie positive, di capacità produttive, di risorse ambientali meravigliose, di donne e di uomini che lottano e si appassionano alla sua storia e al suo futuro. La provincia di Avellino possiede intrinsecamente potenzialità e opportunità che le classi politiche, che fino ad oggi hanno governato, non sono state in grado di valorizzare, contribuendo con altre classi dirigenti del sud Italia a rendere oggi la questione meridionale il problema più dirompente a livello nazionale. Una provincia proiettata da protagonista nello scenario della Campania e del Mezzogiorno d’Italia, desiderosa di far conoscere le proprie capacità e caratteristiche. Su questa nuova idea di Irpinia va definito il ruolo del Partito Democratico provinciale. Un ruolo di protagonista indiscusso, nel governare i processi di cambiamento di questa provincia. La sconfitta elettorale, conseguita a giugno scorso, rappresenta non solo una battuta di arresto ma anche la necessità di un attenta riflessione per la nascita di una nuova era e di una “altra” nuova classe dirigente del PD irpino. Un partito che si deve riscoprire forte e coeso anche nel rispetto delle diverse culture interne, capace di costruire un pensiero unico e democratico e che sia capace di essere anima trainante di un centro sinistra largo e condiviso, giammai parte monca di un ragionamento complessivo. In maniera chiara, proprio nel rispetto delle diverse culture, è doveroso e indispensabile contrapporre alla logica delle vecchie chiusure la “contaminazione” delle idee e delle esperienze dei singoli Democratici della provincia di Avellino, costruendo nei fatti e non nelle parole il Partito Democratico. Un partito, inoltre, che abbandoni la logica dei veti interni e che si ponga seriamente e lealmente nei confronti degli alleati assumendo in maniera diretta le responsabilità di governo o di opposizione che gli vengono affidate. Un partito capace di uno scatto in avanti! Un partito che intende rafforzare la sua identità basando la propria azione politica sulla affermazione dei valori che lo caratterizzano e che ne costituiscono la vera ed unica forza. Ed è proprio dal rafforzamento di questa scelta di campo, che si deve ripartire. Auspico la formazione di un collettivo in grado di condividere i saperi individuali e renderli ricchezza comune, capace di superare quelle forme egoistiche di affermazione del potere che rappresentano un ostacolo per una politica di confronto aperta e solidale. Per quanto detto fino ad ora ho scelto di appoggiare Pierluigi Bersani alla carica di segretario nazionale del PD e di sostenere senza indugi la candidatura a segretario regionale del PD Enzo Amendola. Ed è per questo che è nato il documento dato alle stampe “Con Amendola e Bersani: manifesto per un PD irpino dei territori, degli amministratori e delle nuove generazioni” che mi vede tra i primi firmatari insieme a tanti democratici della Provincia di Avellino. Ed è per questo motivo che è stata attivata una casella di posta elettronica pdcasacomuneirpinia@libero.it dove tutti, ma proprio tutti potranno postare i loro commenti i loro suggerimenti ed aderire a questo ambizioso progetto, per parlare di politica e costruire una nuova speranza in questa provincia, evitando di far cadere il discorso tra vecchie e stantie logiche di contrapposizione che già da qualche tempo avvelenano il clima creando disagio e di fatto focalizzando la discussione più su antichi rancori e dissidi personali più che su differenziazione politica.

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