AVELLINO – “L’improvvido comunicato stampa con il quale Caterina Lengua commenta la Direzione Provinciale del PD “racconta” di una conclusione che, in verità, pur essendo stata proposta da De Luca e dalla Lengua, era stata respinta e con secchezza”. Cosi Lucio Fierro del Coordinamento Provinciale “un senso alla nostra storia” del Partito Democratico.
“Non c’è quindi nessun mandato – prosegue Fierro – che sia stato affidato alla segretaria di operare una sintesi, peraltro impossibile per l’alternatività delle impostazioni, tra il documento presentato dal presidente del partito e da noi condiviso e le proposte presentate nel dibattito da parte dai mariniani, da Mo-dem e da Galasso.
Il senso di responsabilità che ci anima da sempre, di fronte all’immotivato venir meno dei franceschiniani rispetto alla ipotesi di maggioranza politica formulata e da costruire sul documento De Blasio, ci ha imposto di proporre una via di uscita.
Abbiamo voluto evitare che irresponsabilmente, per timidezza, calcolo o eccesso di protagonismo di qualcuno, si buttassero via gli sforzi generosi di queste settimane di tirar fuori il PD dalla morta gora della inazione. Noi restiamo convinti che la strada che era stata indicata, quella di definire un suo profilo netto del PD, di dargli un’unica voce, fosse la strada migliore. Ma il PD irpino va messo comunque nella condizione di ascoltare e di formulare proposte forti e credibili sulle questioni che oggi toccano le condizioni di vita della gente comune e che restano senza risposte perché questa capacità di proposta e di aggregazione della gente su di esse è alla base di un percorso serio di costruzione di una alternativa dal basso alla crisi della destra e delle sue esperienze di governo non solo in Italia, ma anche in Campania ed Irpinia.
Gli ostacoli incontrati ci impongono perciò di non tornare al passato, alle risse interne, ad un PD che parli di se stesso invece che parlare di ciò che interessa alla gente. Perciò il mandato che la Lengua ha ricevuto è di lavorare sulla costruzione dell’unità possibile, sulle cose da fare, sui contenuti; è quello di far funzionare gli organismi dirigenti, di farne sede di discussione e di scelte chiare ed impegnative per tutti, di farne il motore della iniziativa incalzante con la gente e tra la gente.
Di questo mandato è corollario la proposta di un esecutivo collegiale, espressivo quindi del partito qual è, delle articolazioni reali che purtroppo conservano le distinzioni che si sono venute determinando dal congresso in avanti, pur di fare in modo che tutti possano sentirsi a casa propria e di essere messi in condizione di dare il contributo di analisi, proposta ed impegno necessari a proiettare finalmente il partito all’esterno.
Se questo è, noi ci saremo e faremo la nostra parte, chiedendo a tutti la nostra stessa serietà e capacità di concorrere, rinunziando a ghiochini e giochetti che, come la storia di questi anni dimostra, alla fine si rivolgono contro chi se ne sia reso autore”.