Pd, Santaniello: “Necessario dialogo a sinistra”

Pd, Santaniello: “Necessario dialogo a sinistra”

Pd e difficoltà del partito, ecco l’intervento di Roberta Santaniello, dirigente provinciale PD Avellino:
“In un momento così difficile e così duro da affrontare per la politica locale e nazionale, sento il dovere di fare una breve riflessione su alcune questioni attuali. Mentre ad Avellino impazza la questione comunale, compresa di Toto-Assessori e di polemiche in seno al consiglio comunale, mentre sui giornali on-line si affollano svariate dichiarazioni intrise di polemiche sulle questioni più disparate, la politica si dimentica che il suo ruolo fondamentale è quello di trovare le metodologie migliori per poter risolvere i problemi che attanagliano il cuore della società civile. La politica del centro-destra è concentrata su come far approvare alla camera una legge assurda come la cosìdetta “legge bavaglio” che sta attirando sulla nostra nazione le critiche più disparate da parte di tutta la comunità internazionale e che presenta un doppio rischio: quello di minare la libertà che ogni cittadino ha di essere informato e quello di compromettere fortemente il lavoro dei magistrati alla lotta all’illegalità. Inoltre è di pochi giorni fa la presentazione di una manovra finanziaria nella quale si evince che a pagare i danni della crisi economica generale sono solo i dipendenti statali (ancora una volta scuola e dipendenti pubblici) con blocchi delle assunzioni e agli stipendi, e gli enti locali, (Provincie, Regioni e Comuni). Vittime privilegiate di questo saranno ancora una volta studenti, lavoratori, piccole imprese, mortificando le classi più deboli e accentuando in maniera ancora più forte la crisi occupazionale che il nostro paese sta vivendo. La nostra provincia, cosi come riportato da alcune statistiche dei giorni scorsi, è testimone di un fortissimo abbattimento dei tassi riguardanti l’occupazione giovanile. La disoccupazione impazza e l’allarme spesso lanciato dalla comunità viene sì raccolto e divulgato, ma quasi mai si trasforma in concrete forme di risoluzione di un problema che sta gravemente mettendo a repentaglio il futuro della generazione under 30. Il problema è certamente connesso alla crisi globale, ma un analisi più dettagliata e puntuale ci fa affermare che questa condizione è certamente frutto di scelte istituzionali e politiche sbagliate intraprese in passato. I giovani, a causa molto spesso di un lavoro precario si ritrovano né studenti, né occupati e soprattutto senza certezze. L’Istat ci informa che nel nostro Paese sono 1,9 milioni di giovani che hanno lasciato la scuola e che sono senza lavoro; insomma, i ragazzi di oggi non studiano, non sono occupati e, per forza o per scelta, vivono nella casa di mamma e papà tacciati di essere bamboccioni“, e non perché abbiano optato per la cosìdetta “carriera del mammone” per scelta propria, ma solo perché sul territorio ci sono poche opportunità di lavoro, e perché riprendere un percorso di studi, magari universitario, è troppo costoso ed i soldi in tasca sono pochi. Se si focalizza lo sguardo al nostro territorio, si può notare come da una analisi condotta dai Giovani della CISL nella nostra provincia il dato si fa ancora più drammatico : un giovane su tre non lavora, e questo comporta conseguenze tragiche. Troppi sono oggi i giovani che cadono in stati depressivi a causa della problematiche lavorative , il che comporta anche conseguenze di disgregazione del tessuto sociale. L’unico modo che abbiamo per far fronte a tale problematica è quella di garantire attraverso la nostra voce un sostegno nella battaglia per il lavoro, magari istituendo una nuova cultura del lavoro che potrebbe passare anche attraverso la rivalutazione di alcuni lavori nell’ambito dell’ artigianato locale, promuovere attraverso i fondi europei lo sviluppo di forme alternative di imprenditoria che possano cosi occupare le tante menti giovani della nostra provincia. Il problema è spesso connesso anche ad una cattiva capacità di informazione su quelle che sono le risorse di cui si può usufruire per promuovere attività e quindi occupazione. Proprio per questo si potrebbe cercare di infittire, a mio avviso, su tutto il territorio centri di informazione e centri specializzati per dare sostegno alle giovani generazioni, e organizzare seminari informativi sulle possibilità di sviluppo. In merito al Partito Democratico, è evidente che in provincia non siamo pronti per far fronte a queste difficoltà. Potremmo invece riuscire a dare un nostro contributo cercando di interpretare al meglio le problematiche attuali e calandoci di più nello strato sociale al fine di individuarne esigenze e attivarci per concretizzare una soluzione a questo. Credo, allora, che si renda necessario il confronto con le altre forze della sinistra democratica,cogliendo lo spunto anche dalle dichiarazione dell’On. D’Ambrosio che qualche giorno fa sono state pubblicate su un giornale locale, che, condivisibili o meno, ci spingono ad una riflessione interna al partito per creare un progetto alternativo che possa essere strumento nella mani della società civile”.

SPOT