PdZ Lioni, sindaci Pdl-Udc: “Gestione ente in stato confusionale”

“L’affrettata e tardiva chiamata alle armi del PD circa la soppressione dei consorzi dei servizi sociali, conferma ancora una volta la vocazione dei rappresentanti di questo partito alla lamentazione piuttosto che all’assunzione di responsabilità. Le problematiche come quelle sociali che interessano in maniera diretta i bisogni dei cittadini impongono non reazioni puerili e strumentali ma iniziative serie per trovare soluzioni e suggerire proposte. E’ quanto sostengono i sindaci Pdl-Udc afferenti al Piano di Zona Sociale di Lioni.
I sindaci dell’UDC e PDL – prosegue la nota – hanno ribadito da mesi e in tutte le lingue che questo era il momento dell’unità di tutte le forze politiche perché troppo alte erano le sfide che ci attendevano. Come la vicenda appunto dello scioglimento dei consorzi, che vanno trasformati perché già la legge 42/09, poi la legge finanziaria 2010 e infine la legge 148/2011 hanno riportato la titolarità dei servizi sociali ai Comuni attraverso forme di semplice associazionismo abolendo i consorzi medesimi. Sempre qualche sindaco PD, nell’auspicare ipocritamente tempi lunghi per consentire la fase di transizione, attende che la Regione (che non può certo modificare una legge dello Stato) indichi le nuove forme di servizi associati per l’erogazione di prestazioni socio assistenziali.
A dire il vero qualche sindaco un po’ più lucido ha ammesso la necessità di trovare una via condivisa alla nuova fase di organizzazione senza attendere ulteriormente. Qualcun altro, cui probabilmente interessa più conservare la poltrona, già parla di “nuovo ente” da costituire pensando in maniera geniale che basterà cambiare nome al consorzio e modificare qualche articolo dello statuto per aggirare una norma dello Stato. Spieghiamo molto laicamente che non potranno esserci più “nuovi enti” con consigli di amministrazione, presidenti, assemblee elettive ma la nuova forma di organizzazione dovrà essere necessariamente quella della semplice e snella convenzione fra Comuni che potranno anche coincidere con l’attuale composizione dei 25, recuperando quelle professionalità strutturate e legate contrattualmente ai soppressi consorzi. Ovviamente quei sindaci che pensano ancora a organi direttivi, a presidenze di fatto o a presidenze occulte, a incarichi personali, facciano da soli con tanti cari auguri di buon lavoro. Intanto ci chiediamo come possano deliberare e pensare che quegli atti possano essere condivisi e approvati dalla Regione che ha, ormai, competenze limitate sulla organizzazione dei servizi territoriali.
Un bel progetto sciagurato quello dei sindaci PD: si sono sottratti al confronto e alla condivisione di un percorso di solidarietà sulla nuova gestione dei servizi; sono riusciti a escludere l’ASL dalla programmazione; si sono costruiti un consorzio fatto in casa che per mille motivi formali, legali e procedurali è un impiastro; si ritrovano con i Comuni che non potranno pagare la quota di quest’anno a favore di un organo che non esiste più, con la conseguente sospensione degli stipendi ai dipendenti; hanno creato la condizione affinché non si possano stipulare contratti con le cooperative alla scadenza dei servizi; infine stanno anche penalizzando il percorso istituzionale a tutela dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato continuando a insistere sul profilo “di esclusivo servizio” dell’ente.
Paradossalmente leggiamo che il presidente annuncia ancora di fare delibere di CDA, di convocare l’assemblea per l’assunzione dei costi per l’assistenza integrata, immaginando che la Regione possa concedere dilazioni e rinvii sull’applicazione di una norma dello stato che indicava al 31/12/2011 la decadenza dei consorzi e la non procedibilità al rinnovo del CDA alla scadenza naturale successivamente a tale data (il consorzio di Lioni è il primo ente che si è trovato con scadenza a gennaio 2012). L’impressione generale da tutti (ma proprio tutti) colta e talora privatamente confidata, è che la nuova gestione dell’ente sia in un evidente stato confusionale. Un bel pasticcio, insomma, la cui unica scorciatoia per il Pd è il solito, stanco refrain: la colpa è della Regione e del Governo. Noi siamo abituati a misurarci su un profilo diverso, per questo stiamo già studiando come garantire un’adeguata risposta ai cittadini, sul principio della efficienza, del contenimento dei costi e della qualità dei servizi, cogliendo in toto le opportunità e gli indirizzi di federalismo che la legge 148 ci ha assegnato”.

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