Piano di zona Ufita, le accuse dell’Udc

Piano di zona Ufita, le accuse dell’Udc
Sul Piano di zona sociale si consuma l’ennesima intesa trasversale tra zecchiniani e Pd alla faccia della coerenza e della moralità politica. Dietro la maschera della esigenza di dover tutelare il territorio si preferisce tenere atteggiamenti politicamente poco trasparenti, che non hanno assolutamen…

Piano di zona Ufita, le accuse dell’Udc

Sul Piano di zona sociale si consuma l’ennesima intesa trasversale tra zecchiniani e Pd alla faccia della coerenza e della moralità politica. Dietro la maschera della esigenza di dover tutelare il territorio si preferisce tenere atteggiamenti politicamente poco trasparenti, che non hanno assolutamente a riferimento le questioni di carattere generale, ma la salvaguardia di interessi politici personali. Quanto accaduto sul Piano di zona testimonia la consistenza politica dell’Adc, legata ai piccoli giochi di potere e non alla tutela degli interessi generali e delle ragioni dell’alleanza. Questo atteggiamento potrebbe avere conseguenze nelle amministrazioni locali e negli altri enti di gestione. Così gli amministratori ed i rappresentanti dell’Unione di Centro dell’Ufita e della Baronia commentano l’accordo concluso tra il gruppo politico che fa capo all’ex ministro Ortensio Zecchino e gli uomini del Pd che si sono ritrovati per decidere la gestione del Piano di zona sociale. Un accordo che esclude pure il Pdl e che, quindi, non può passare sotto silenzio, anche perché, alla luce di quanto accaduto, l’Udc sente di essere portavoce di una insofferenza che va oltre il partito e che impone una reazione forte e decisa sul piano delle azioni concrete. La filosofia del predicare bene e razzolare male è l’unico valore sul quale i neo-politici Zecchino/Pionati possono convergere e se tutto questo è avallato da personaggi abituati, prima durante e dopo, ad essere privi di scrupoli lo scenario si completa molto facilmente. Sul Piano di zona di Ariano Irpino la politica, quella che ha a riferimento gli ideali, esce sconfitta perché battuta da quella che si è ridotta a volgare merce di scambio per conservare piccole fette di potere di cui il territorio non sa cosa farsene. Il momento di grave momento di difficoltà imponeva loro l’assunzione di responsabilità precise nell’interesse generale, invece hanno preferito utilizzare modalità diverse non degne della nostra realtà. Hanno trasformato il nostro territorio in strumento per appagare il loro desiderio e questo, evidentemente, configge con la nostra idea: per noi la politica deve rispondere ad un bisogno, deve organizzare la risposta ai problemi delle persone e non dovrebbe mai essere utilizzare per finalità estranee a quella esigenza.

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