“Acs, De Stefano inadatto a gestire una società pubblica”

“Chiediamo le dimissioni di De Stefano perché inadatto a gestire una società pubblica. L’Irpinia non deve pagare per i giochi politici interni al PD. Troppo, sta spingendo il presidente De Stefano verso la privatizzazione, per l’inclusione di GESESA fra i soci di ACS. Ha tanta fretta, da fare cose illegali. Io non credo che il suo compito come presidente sia questo.
Lui e la D’Amelio entrambi delbassiani vogliono fare entrare GESESA con affidamento diretto, …

“Chiediamo le dimissioni di De Stefano perché inadatto a gestire una società pubblica. L’Irpinia non deve pagare per i giochi politici interni al PD. Troppo, sta spingendo il presidente De Stefano verso la privatizzazione, per l’inclusione di GESESA fra i soci di ACS. Ha tanta fretta, da fare cose illegali. Io non credo che il suo compito come presidente sia questo.
Lui e la D’Amelio entrambi delbassiani vogliono fare entrare GESESA con affidamento diretto, ma la corte europea ha già sentenziato che l’affidamento diretto può essere dato a società interamente pubbliche, munite di controllo analogo e che abbiano chiuso i bilanci in utile.
Certo che la fretta di De Stefano è tanta ed anche la volontà di privatizzare, e lo ha mostrato al consiglio comunale di Avellino con la sua invasiva presenza, che la posta in gioco deve essere alta!
Si sta comportando come il padrone dell’ACS ed anche questi funzionari di GESESA che lo accompagnano dovunque. Inquieta molto vedere che per lui questa è una cosa che si deve fare per forza contro la legge che dice che non si deve trarre profitto dalla gestione dell’acqua. Perchè mai si sta cercando di trovare un accordo con Gesesa a tutti i costi? E perchè si parla solo di debiti e non anche dei crediti esigibili in modo da avere più chiaro il quadro? Queste oligarchie non hanno rispetto del popolo. La priorità sono i loro interessi personali, le loro carriere.
Giorni fa, De Stefano e Ferrari sono andati a Bologna dagli esperti per dimostrare che non è possibile trasformare l’ACS spa in un’azienda speciale pubblica. Ma non è vero perché questo è già successo. A Napoli l’ARIN si è trasformata in ABC che non solo è solida ma produce utile. Gestisce l’intero ciclo integrato, possiede l’intero sistema fognario e le condutture. I numeri parlano chiaro, A Napoli hanno garantito un servizio capillare ed efficiente con risparmi significativi in bolletta.
Ma non basta , Colucci ha invitato i sindaci a un’assemblea a porte chiuse con il manager di GESESA (mi chiedo cosa c’entri lui con ACS spa!!!). E li ha invitati per terrorizzarli dicendo che i comuni sono esposti ai debiti di ACS, ma non parlano mai dei crediti. Ma quello che ci chiediamo è: ma GESESA cos’è l’angelo salvatore? Appena entra in società come per magia spariscono i debiti! Debiti che non sono stati calcolati con correttezza da De Stefano, ma sono stati gonfiati per spingere a più non posso verso la privatizzazione. Ma c’è anche da riflettere sul fatto che lui è presidente di ACS da tre anni e se ci sono tutti i debiti che dice lui, si vede che non ha lavorato bene. E non si vergogna? Sta usando la tecnica che si chiama “ Starve the beast”, cioè si fa andare malissimo un ente pubblico e così tutti pensano che sia meglio privatizzare. Niente è casuale.
Inoltre la gestione privata sarebbe più costosa perché l’ACS ha una concessione di derivazione e utilizzazione per trent’anni e il gestore privato non potrebbe attingere alla risorsa idrica da distribuire all’utenza, dovendo necessariamente avvalersi dell’intermediazione dell’Alto Calore spa.
Ai sindaci dico di non spaventarsi perché come dice l’avvocato Gabrieli, i soci dell’ACS, nel peggiore dei casi, non risponderanno mai dei debiti perché trattandosi di una società per azioni, i soci ovvero i Comuni rispondono solo con il conferimento, non essendo illimitatamente responsabili per le obbligazioni sociali. La tecnica della paura era usata dal Governo Berlusconi, ma vedo che è ancora in voga per ottenere la sottomissione. Noi chiediamo le dimissioni di De Stefano e gli chiediamo di non candidarsi più alla presidenza dell’ACS perchè ha mostrato di non tutelare gli interessi del pubblico come previsto dal referendum, ma di tutelare altri interessi che non coincidono con quelli della comunità e dell’Irpinia”. E’ quanto afferma in una nota Giuseppina Buscaino, referente provinciale Comitato Acqua Bene Comune.

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