La Presidenza nazionale delle Acli, ha aderito al Comitato per il Si al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni petrolifere nei mari italiani. Anche in Irpinia la nostra associazione si sta mobilitando in difesa dell’ambiente e del territorio e per garantire la più ampia partecipazione democratica all’appuntamento. “Invitiamo tutti gli elettori – afferma Mimmo Sarno, presidente provinciale delle Acli di Avellino – ad andare a votare per esercitare un loro diritto, esprimendosi su un tem… |
La Presidenza nazionale delle Acli, ha aderito al Comitato per il Si al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni petrolifere nei mari italiani. Anche in Irpinia la nostra associazione si sta mobilitando in difesa dell’ambiente e del territorio e per garantire la più ampia partecipazione democratica all’appuntamento. “Invitiamo tutti gli elettori – afferma Mimmo Sarno, presidente provinciale delle Acli di Avellino – ad andare a votare per esercitare un loro diritto, esprimendosi su un tema di vitale importanza, come le politiche energetiche del Paese, sulle quali bisogna chiedere alle istituzioni di legiferare senza ambiguità nell’interesse generale della comunità. Invitiamo, inoltre, i cittadini a votare Sì per contrastare la deregolamentazione attuale che consente alle compagnie petrolifere di continuare le attività estrattive in mare, entro le 12 miglia dalle coste, anche oltre la data di scadenza delle concessioni (30 anni), fino al completo esaurimento dei giacimenti. Un favore che è stato concesso alle compagnie, che espone a gravi rischi l’ambiente, gli insediamenti abitativi e le altre attività economiche. Eventuali incidenti avrebbero effetti disastrosi, dato che il Mediterraneo è un mare chiuso. Dal 1977 al 2010 si sono verificati nel Mediterraneo 132 incidenti e ben 52 volte c’è stata dispersione del carico: 312.000 tonnellate di petrolio in mare. E’ tempo, quindi, di abbandonare progressivamente la produzione e l’impiego di fonti energetiche fossili, altamente inquinanti, costose ed esauribili, in favore di energie rinnovabili e pulite. Il cambio di marcia, determinerebbe un effetto positivo sull’occupazione, creando nuovi posti di lavoro, oltre che sull’ambiente e sulla salute delle persone.
Ma la partecipazione al referendum e la vittoria del Sì – prosegue Sarno – sarebbe anche un chiaro segnale che i cittadini darebbero soprattutto in Irpinia e nelle zone interne, interessate da sperimentazioni estrattive, assolutamente da scongiurare perché minerebbero gli equilibri ecologici e naturali del territorio, mettendo a rischio l’agricoltura locale, senza alcun beneficio concreto per la comunità. L’Irpinia ha invece bisogno di un modello di sviluppo sostenibile, che tuteli e valorizzi le straordinarie risorse che possediamo con lo stanziamento di finanziamenti mirati”.