Referendum, Cna: contro nucleare per rilancio energie rinnovabili

AVELLINO – “La consultazione referendaria del 12 e 13 giugno prossimi non è solo una scelta di indirizzo politico ma è anche un modo per dare un nuovo impulso all’economia”. L’invito, anche in provincia di Avellino, a partecipare al voto per il referendum sull’abolizione del nucleare viene dal presidente provinciale della Cna Installazione e Impianti Francesco Venezia.
“E’ necessario andare a votare e raggiungere il fatidico quorum del 50% più 1 per scongiurare una ripresa della programmazione energetica indirizzata sul nucleare – sostiene Venezia – per rilanciare invece le energie rinnovabili. Ad aprile scorso con ‘Le giornate dell’energia’ abbiamo illustrato i vantaggi economici e ambientali che soprattutto fotovoltaico, solare termico ed eolico possono avere. Concetti che ora, in prossimità della scadenza referendaria, ribadiamo con forza”.
“Il GSE gestore servizi energetici ha reso noto durante un’audizione al senato del gennaio scorso – prosegue il presidente provinciale di Cna Installazione e Impianti – che l’Italia nel solo 2010 ha generato con il fotovoltaico circa 6000 MegaWatt, un quantitativo pari alla produzione delle 5 centrali nucleari che il governo voleva costruire. Questo ci fa pensare anche che sicuramente nel corso del 2011 potrebbe essere raggiunto l’obiettivo prefissato per il 2020 dal piano di azione nazionale per gli impianti fotovoltaici di 8000 megawatt complessivi”. Venezia si sofferma poi sugli aspetti economici e occupazionali di una scelta orientata sulle fonti rinnovabili. “La ricaduta economica – dice – non avvantaggia solo l’utente finale, ma apre nuovi spazi di manovra per tutta la rete di produttori e soprattutto di installatori e manutentori.
E’ evidente che la scelta del nucleare va a beneficio dei grandi gruppi industriali del settore specifico e del cemento. Mentre il tessuto produttivo italiano è composto per lo più da piccole e medie imprese, che possono concorrere a pieno titolo nel campo delle rinnovabili. E la produzione non è l’unico settore coinvolto. Bisogna pensare anche alle ricadute occupazionali ed economiche che possono derivare da un piano serio per l’efficientamento energetico, termico ed elettrico. Ricordo che dalla ristrutturazione ecocompatibile del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato si può ricavare il 24% del fabbisogno energetico nazionale.
Se si analizzano i costi-benefici del fotovoltaico, si calcola che entro i prossimi due anni i piccoli impianti saranno convenienti anche in assenza di contributi statali. Tra il 2015 e il 2016 saranno convenienti anche i grandi impianti. Tutto ciò dimostra che il settore è in forte espansione e ha bisogno dell’attenzione della classe politica e di una maggiore sensibilità della società civile in genere”. Infine l’appello al voto da parte del presidente priovinciale di Cna Installazione e Impianti di Avellino. “Bisogna chiudere – conclude Francesco Venezia – senza ripensamenti la stagione del nucleare, i cui costi, senza mai una produzione attiva, ricadono ancora sulle famiglie italiane. Ricordo a tutti che sulle nostre bollette energetiche sono addebitati ancora oggi, a distanza di molti anni dalla dismissione, 18 euro per quelle centrali costruite e mai entrate in funzione. Il voto del 12 e 13 giugno può cambiare molte cose”.

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