Renzi: “Nel 2008 hai lasciato per un seggio”. De Mita: “Volgare”

Non se le sono mandate a dire Matteo Renzi e Ciriaco De Mita. Il rottamatore contro uno dei politici più longevi della storia d’Italia nello scontro in diretta tv su La7 avrebbero dovuto parlare di referendum e riforma costituzionale ma non si sono risparmiati stilettate al curaro. Quando Renzi accusa De Mita di “aver cambiato partito nel 2008” dopo aver perso il seggio l’ex presidente del Consiglio sbotta: “Questa è una volgarità che non mi aspettavo e soprattutto se detta da chi in politica le…

Non se le sono mandate a dire Matteo Renzi e Ciriaco De Mita. Il rottamatore contro uno dei politici più longevi della storia d’Italia nello scontro in diretta tv su La7 avrebbero dovuto parlare di referendum e riforma costituzionale ma non si sono risparmiati stilettate al curaro. Quando Renzi accusa De Mita di “aver cambiato partito nel 2008” dopo aver perso il seggio l’ex presidente del Consiglio sbotta: “Questa è una volgarità che non mi aspettavo e soprattutto se detta da chi in politica le ha inventate tutte. Tu non hai il diritto di parlare di moralità in politica, tu fai una gestione autoritaria. Hai fatto un partito dove parli da solo e le tue relazioni in direzione andrebbero scritte per vedere a che punto è arrivata la politica”. Non basta, arriva la sconfessione del vecchio leader democristiano. “Io sono nato e muoio Democratico cristiano. Tu non so cosa sei nato” sottolinea De Mita mentre Renzi prova a difendersi: “Io ero un bambino che pensava alla politica”. La riforma costituzionale del governo Renzi secondo il sindaco di Nusco, “è frettolosa”, scritta male e con “periodi lunghissimi”. Renzi ribatte. “Mi inchino di fronte alla storia di Alcide De Gasperi ma dopo 35 anni in cui avete fallito nell’eliminare il bicameralismo paritario facendo con tre bicamerali, e De Mita ha partecipato a tutte, tre buchi nell’acqua ora volete contrastare questa riforma? Se dopo 35 anni si dice che bisogna rinviare ancora, si perde un’occasione per consentire alle istituzioni di guardare al futuro”. Quanto ai ‘favolosi’ anni Ottanta “possiamo discutere se il decennio 1980-1990 sia stato positivo per il paese… Poi sarà anche anti-estetico – ribatte il premier – ma è etico parlare di riduzione dei costi?”. Insomma, osserva Renzi, “i nostri padri politici ci hanno dato tantissimo, i nostri padri politici degli anni Ottanta ci hanno dato il debito pubblico: questo lo mettiamo agli atti. Allora qualcuno ha fatto la cicala ed è per questo che dobbiamo pagare valanghe di debito”.

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