Rifiuti, Pd: Caldoro non vuole risolvere il problema

Il Coordinamento provinciale del Partito Democratico di Avellino interviene in merito all’approvazione dell’emendamento sui rifiuti. Ecco il testo integrale della nota giuntaci in redazione:
“Come avevamo ampiamente previsto il governo regionale di centrodestra si è dimostrato assolutamente inadeguato a pensare, redigere ed attuare un piano, ordinario ed efficiente, di gestione dei rifiuti. Lo sbandierato “patto programmatico” UDC-PDL, dietro al quale mal si celava e mal si cela un’incredibile sete di gestione, ha, prima, cinicamente speculato sulla drammaticità della crisi dei rifiuti che aggrediva la comunità campana, conquistando consensi non attraverso una proposta alternativa che prospettasse una qualche soluzione del problema, ma per il tramite di una continua e martellante campagna denigratoria e populistica; e, successivamente, chiamato alla prova dei fatti, questo “patto programmatico” annuncia, trionfalmente, di aver risolto ogni problema – nascondendo l’immondizia in ogni dove fosse possibile – si risveglia dai deliri berlusconiani, si accorge che la Campania continua a soffocare nell’immondizia, e in ultimo proclama nuovamente l’emergenza e mette in discussione quanto il governo nazionale e lo stesso governo regionale avevano deciso.
Qui comincia una vera e propria recita, con i protagonisti di questo “patto programmatico” che a Napoli vestono i panni dei governanti che decidono le sorti della nostra comunità e in Irpinia vestono, i più audaci, i panni dei rivoltosi, anzi dei capi della rivolta, contro il governo regionale, i più timidi, i panni degli interpreti giuridici degli emendamenti votati, che hanno un significato a Napoli e un altro in Irpinia. Insomma, la commedia dell’assurdo portata in scena ai danni dei poveri cittadini campani.
Quel che sconcerta la comunità irpina è che questo governo regionale, ormai insediatosi da un anno, non dimostra di avere le capacità, le qualità e noi crediamo anche la volontà di ragionare intorno alla questione dei rifiuti in termini di una prospettiva di organizzazione normale, razionale ed efficiente che offra delle soluzioni per i cittadini che sappiano di ordinarietà, ma continua a ragionare in termini di eccezionalità, di emergenza, prendendo decisioni che lungi dal fare uscire la nostra regione dalla crisi, l’accentua ancor di più, quasi come se dietro le scelte di questo centrodestra, nella sua versione campana e in quella nazionale, ci fosse una mano, più o meno invisibile, che determini queste scelte per potersi assicurare torbidi vantaggi.
A noi sembra chiaro che dietro gli emendamenti approvati in consiglio regionale si concretizzi il rischio di un’ennesima penalizzazione della nostra provincia. Oggi, una parte della classe dirigente del governo regionale, quelli che a seconda dei tempi e dei luoghi, vestono con scaltrezza, i panni di lungimiranti amministratori regionali, di capi della rivolta delle zone interne e di fini giuristi, che traggono dalle fonti del diritto il vero significato che è in mente al legislatore, s’affrettano a dire che in effetti quanto è stato votato in consiglio regionale non modifica sostanzialmente l’assetto normativo precedente a tutela delle zone interne e dell’Irpinia segnatamente. Delle due l’una o la nuova soluzione, fortissimamente sostenuta e voluta dalla classe dirigente napoletana per risolvere la crisi a Napoli, colpisce in maniera sostanziale il principio della provincializzazione, oppure l’emendamento votato non modifica, come si sostiene, tale principio e allora, davvero, non si comprende il senso che ha portato il centrodestra ad introdurre queste modifiche.
Dietro le timide ed imbarazzate argomentazioni proposte dall’UDC irpino per provare a giustificare quanto accaduto c’è, in verità, solo e semplicemente un clamoroso passo indietro. Passo indietro rispetto all’urlata, anche un po’ volgare, volontà di capeggiare goffe rivolte contro l’emendamento proposto dal governo regionale. Passo indietro determinato dal prevalere, all’interno dell’UDC, della volontà degli esponenti napoletani su quelli irpini, messi all’angolo e che oggi per la magra figura rimediata provano ad inventarsi fantasiose ricostruzioni ed interpretazioni giuridiche.
Staremo a vedere cosa si nasconde effettivamente dietro questa modifica dell’attuale assetto normativo; nel frattempo, ci pare legittimo, anzi naturale sospettare che dietro quest’emendamento si nasconda l’ennesima aggressione alla nostra provincia. E a questo proposito, ribadiamo, ancora una volta, che non si tratta di declinare questa vicenda in termini di conflitto fra territori, dove i più forti infieriscono sui più deboli, si tratta, invece, di riportare l’intera vicenda nel contesto pertinente, che è quello politico. E l’analisi politica di questa vicenda, non quella populistica del presunto scontro fra territori, ci porta ad affermare con nettezza un giudizio di totale ed imbarazzante inadeguatezza dell’intera classe dirigente del centrodestra, dal PDL all’UDC, ai vari livelli, nazionale, regionale e provinciale; una classe politica, questa, che dimostra di non avere una visione complessiva del paese, di non avere le capacità di guardare ad uno sviluppo armonico, solidale ed equilibrato fra le varie comunità del nostro paese e della nostra regione.
È finito il tempo della recita, di chi corre a Roma a sostenere il sempre più debole, nell’opinione pubblica, governo Berlusconi, transita per Napoli a sostenere il “patto programmatico”, di gestione più che di governo, PDL-Caldoro-Cosentino-Udc, e giunge infine ad Avellino a capeggiare improbabili fronti comuni territoriali, (al di là dei partiti e della politica…) contro Roma e Napoli.
È finito il tempo della recita di chi a Napoli proclama un “patto programmatico” con Caldoro e Cosentino che si risolve in null’altro che una mera ricerca di gestione di tutto quel che si può gestire, di chi a Napoli sostiene le scelte di governo che penalizzano, costantemente, l’Irpinia e poi arriva ad Avellino e si trasforma a seconda delle occasioni in capo della rivolta o interprete di decisioni da egli stesso prese, quasi a convincersi che ciò che ha votato non faccia poi così ribrezzo.
È giunto il tempo della responsabilità, di chi si assuma la responsabilità delle proprie scelte. Il Centro-Destra, in quanto forza di governo, ha l’onere e il dovere di spiegare al popolo campano quali soluzioni intende offrire per un ritorno alla normalità; deve dire quali sono i tempi, i modi, quali sono gli impianti che intende realizzare e dove vuole localizzarli; deve dire con chiarezza cosa nasconde l’emendamento approvato, quali sono i meccanismi di solidarietà e prossimità territoriale che vuole applicare. Tutto ci fa pensare che dietro questi meccanismi ci sia solo l’ennesima beffa per il popolo irpino. Il Pd – campano ed irpino – ha smascherato sin dall’origine questa recita; ha disvelato, all’opinione pubblica, immediatamente i torbidi obiettivi che il governo regionale perseguiva ed ha perseguito, modificando i precedenti assetti normativi della gestione dei rifiuti. Il Pd s’è mostrata forza politica responsabile, di vocazione regionale, con la capacità di tenere insieme le istanze di tutti i territori della regione; facendo prevalere la politica agli interessi localistici. Il Pd s’è dimostrata sostanziale alternativa di governo a questo scellerato “patto programmatico” UDC-PDL, che evidentemente deve avere in cima al suo programma l’aggressione all’Irpinia, visto che i contraenti, anche quelli irpini, non si decidono a sciogliere il patto, nonostante l’evidenza di una provincia continuamente aggredita da Caldoro e i suoi alleati”.

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