Rifondazione: “Si riparte dalle battaglia per il lavoro”

Rifondazione: “Si riparte dalle battaglia per il lavoro”

“Mentre gli altri partiti stanno facendo ancora le loro conte interne noi ripartiamo con un’attività politica mai fermatasi; partiamo dal nucleo che ci ha distinti in questa tornata elettorale: l’etica politica, non si può immaginare una trasformazione sociale se si lascia da parte la coerenza tra il dire e il fare, e il nostro partito lo ha dimostrato anche nella scelta della candidatura di Paolo Ferrero”. Così in una nota Rifondazione comunista di Avellino. “La sua non è stata la candidatura di un segretario – c’è scritto ancora – ma di un militante di Rifondazione Comunista ed è nell’ottica della riscoperta della militanza politica che vogliamo muovere in nostri futuri passi; le donne e gli uomini, che stanno costruendo insieme la Federazione della Sinistra, costituiscono la vera risorsa del nostro progetto politico poiché tutti noi siamo privi di ambizioni, non siamo vittime della logica di poltrona, ma viviamo sulla nostra pelle le difficoltà della vita reale. Questo non vuole essere il partito dei dirigenti, ma una forza rinnovatrice fatta di militanti che non hanno paura di mettersi in gioco per poter cambiare le cose, non aspiriamo al potere fine a se stesso, non siamo qui per proporre battaglie a noi estranee poiché siamo noi per primi a subire le conseguenze della totale assenza di giustizia sociale. Nostro compito fondamentale è quello di ricostruire il legame con tutti coloro che vivono la disaffezione verso una politica che non risponde alle loro istanze e questo è possibile solo attraverso la riscoperta di quelle pratiche che fanno parte della nostra storia senza mettere da parte il dialogo con chi, nonostante provenga da una tradizione diversa, condivide i nostri stessi obiettivi. A partire dai lavoratori troppe volte strumentalizzati da sindacati subalterni a imprenditori e forze politiche, per ricreare insieme a loro quella coscienza di classe sparita dai luoghi di lavoro e che ha costituito la nostra reale sconfitta sul piano culturale”.

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