“Il nuovo piano rifiuti della Regione Campania ? E’ sostanzialmente una truffa”. Non ha dubbi al riguardo Giovanni Romano ex assessore all’ambiente di palazzo S. Lucia ed ex sindaco del comune di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. “Non lo diciamo noi, ma lo attesta, in una comunicazione che è pervenuta agli inizi di gennaio, il Ministero dell’Ambiente che ha esaminato il piano e sostanzialmente lo ha bocciato. Il piano – ricorda Romano – si basa su cifre che non sono rispondenti alla… |
“Il nuovo piano rifiuti della Regione Campania ? E’ sostanzialmente una truffa”. Non ha dubbi al riguardo Giovanni Romano ex assessore all’ambiente di palazzo S. Lucia ed ex sindaco del comune di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. “Non lo diciamo noi, ma lo attesta, in una comunicazione che è pervenuta agli inizi di gennaio, il Ministero dell’Ambiente che ha esaminato il piano e sostanzialmente lo ha bocciato. Il piano – ricorda Romano – si basa su cifre che non sono rispondenti alla reale situazione della nostra Regione. Innanzitutto perché i rifiuti da trattare sono superiori a quelli indicati nel Piano: non c’è nessuna diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti ogni giorno dai cittadini, ma c’è addirittura un aumento”. “In secondo luogo, perché il Piano si basa sul raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata al 2016 del 55% mentre invece Ispra, e quindi il Ministero dell’Ambiente, attesta che siamo ancora al di sotto del 50%, intorno al 49%. Si è quindi fermato il trend di crescita della raccolta differenziata che invece avevamo avuto negli ultimi 5 anni. È evidente – aggiunge – che un piano basato su queste quantità è un piano che non potrà essere efficace, non potrà portare definitivamente a soluzione il problema del ciclo integrato dei rifiuti nella nostra regione”. “Il Piano è falso anche per un altro motivo: fa ricorso, avendo escluso trattamenti di termovalorizzazione, esclusivamente a discariche. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti dovranno andare in discariche nei prossimi anni, ma il piano non indica dove saranno realizzate. Noi riteniamo – conclude – che il Piano vada interamente rivisto, così come chiede il Ministero dell’Ambiente, anche per evitare che la sanzione europea possa ulteriormente aggravarsi e quindi diventare un ulteriore onere per i nostri cittadini”.