Di seguito vi proponiamo un’appello dell’Anpi Avellino per fare verità sulla questione delle Foibe. L’appello è stato sottoscritto da: ANPI Campania, Giovani Comunisti federazione irpina, Rouge Spa Spazi Pubblici Autogestiti, Rossofisso, La Realidad Villamaina -collettivo politicoculturale-, Partito della Rifondazione Comunista – federazione irpina, Federazione della Sinistra, Giovani dell’Italia dei Valori, CGIL di Avellino, Sinistra Ecologia e Libertà, Libera.
“Sulle foibe e la loro tragica storia, sin dalla conclusione della Guerra di Liberazione dal nazifascismo, tanti hanno provato a riscrivere il passato. Nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945, al confine nordorientale dell’Italia con l’allora Jugoslavia, che tende a rivalutare elementi ed esponenti, alcuni dei quali colpevoli anche di gravi crimini di guerra, delle forze armate e dell’amministrazione dell’Italia fascista che aveva aggredito la Jugoslavia e occupato militarmente suoi territori, che rischia di ravvivare pericolosi sentimenti nazionalistici, che non rende giustizia neanche alle vittime innocenti. Non vi fu nessun disegno annessionistico slavo, semmai vi fu una Conferenza di Pace alla quale l’Italia prese parte, nella persona di De Gasperi, come Paese sconfitto alleato della Germania. Non vi fu pulizia etnica da parte jugoslava. Un tentativo organizzato e programmato di pulizia etnica vi fu piuttosto da parte dell’Italia fascista. A cominciare dal violento discorso razzista di Mussolini del 1920 a Pola e dalle azioni squadriste, poi con l’“italianizzazione” realizzata durante il ventennio nero, infine con i crimini commessi durante l’occupazione militare di Slovenia e Croazia in seguito all’immotivata aggressione italiana della Jugoslavia del 1941. I fatti tragici delle foibe del settembre-ottobre ’43 e del maggio ’45 sono storicamente inseriti in questo contesto, non sono assimilabili ai crimini del fascismo e non mettono in discussione il valore fondamentale della Resistenza italiana e della Resistenza jugoslava, con la quale ultima, dopo l’8 settembre ’43, si schierarono e combatterono ben 40.000 soldati italiani abbandonati dai loro comandanti e dallo stato maggiore italiano. La mistificazione da parte di formazioni neofasciste servono solo a riscrivere quei fatti tragici in chiave revisionista e violenta con uno sguardo nostalgico all’Italia imperialista che offese con la guerra e le annessioni gran parte dell’Europa Balcanica. La commemorazione di questi giorni è solo un ulteriore motivo di attacco all’antifascismo, la Resistenza e la Costituzione Repubblicana. È moralmente disonesto da parte di tutti parlare di genocidio o di “giusta” punizione di qualche fascista, ma siamo di fronte ad un fenomeno di violenza concentrata che si manifesta nel crollo di una struttura di potere e di oppressione e nel tentativo di sostituire a questo sistema oppressivo che crolla un nuovo ordine. Un trapasso cruento di potere tra regimi contrapposti ha dato luogo ad una violenza che va indagata, non dimenticando la dura esperienza del fascismo e delle responsabilit& agrave; storiche di qu el regime in quei territori ai danni della allora minoranza slovena. Se non si parte da questo nessuna analisi ci sembra corretta e onesta anche da parte di chi seguendo un percorso di purificazione e riconoscimento della Costituzione strizza continuamente l’occhio ai fascisti del terzo millennio e cerca di creare disinformazione e storture storiche pur di avere un po’ di visibilità. L’ANPI di Avellino invita le organizzazioni politiche democratiche a non prendere parte ad incontri che tendono a fornire una visione storica distorta e li invita a impegnarsi mettendo a disposizioni sedi e luoghi di discussione per analizzare al meglio quel frangente storico e trasmettere soprattutto ai più giovani la memoria e non l’ideologia e il culto della sopraffazione”.