AVELLINO – “I pensieri in libertà che sto ascoltando in queste ore sulle questioni urbanistiche della città, da parte di pseudo filantropi, dimostrano solo una cosa: che la speculazione non conosce stile”. Così il sindaco Galasso replica ad alcune accuse rivoltegli sulle vicende relative allo sviluppo urbanistico di Avellino, all’indomani dell’inchiesta avviata dalla Procura su un immobile al centro città.
“Su quell’episodio c’è stato chi, surrettiziamente, ha voluto puntare l’indice contro il comune, ed in particolare contro il sottoscritto. Nessuno ricorda che l’edificato in questione è stato realizzato in base ad una norma che risale a quando ancora non ero sindaco di Avellino e che è il frutto di una scelta politica. C’è un’indagine in corso: se verrà fuori che per quell’edificio si è andati oltre le autorizzazioni concesse, sarà la giustizia ad occuparsene. Bisogna però chiarire che qui non è in discussione la legittimità della norma ma l’eventuale mancato rispetto di essa.
Vorrei ricordare, infine, a chi forse ha la memoria troppo corta, che proprio durante la fase di studio del Puc, poi approvato nel 2006, i capigruppo consiliari dell’epoca, all’unanimità, al termine di una riunione cui prese parte anche l’architetto Cagnardi, ridussero drasticamente l’incidenza della norma sulle zone sature. Norma che, nella versione precedente, di gran lunga meno restrittiva, arrivava dall’amministrazione guidata dall’allora sindaco Di Nunno. Il futuro della città si costruisce senza demagogia e non dimenticando le scelte che vengono dal passato”.