Valle del Sabato: sviluppo sostenibile, la ricetta del Pdci

La Federazione Irpina dei Comunisti Italiani, ha preso parte al convegno “Lo sviluppo sostenibile nella Valle del Sabato”, tenutasi il 3 novembre, presso il Circolo della Stampa di Avellino, promosso dal Forum Ambiente dei paesi dell’Appennino Meridionale. La delegazione dei Comunisti Italiani, guidata dal segretario provinciale Luca Servodio, chiede di porre al centro del dibattito la lotta contro lo sfruttamento della natura e di conciliarla con la lotta contro lo sfruttamento degli esseri umani. La società moderna, con l’avvento dell’industrializzazione ha dato ai propri individui protesi tali da non sentirsi più limitati dalla natura. In questa società, il Capitalismo non ha messo al centro il soddisfacimento dei bisogni, ma la produzione di plus valore, dando agli individui il ruolo di consumatori per indurre più produzione e quindi più plus valore. Le ultime conseguenze in ordine di tempo sono i disastri climatici e ambientali di cui siamo ormai spettatori. Se vogliamo porre rimedio alle tragiche conseguenze del Consumismo, dobbiamo assumere un nuovo paradigma: che abbia al centro il superamento dello sfruttamento della natura, cercando uno stato di equilibrio con essa. In questo quadro la ricerca dell’equilibrio con la natura e i suoi limiti è probabilmente fondamentale ai fini della sopravvivenza delle specie umane. Intorno al mondo delle lotte in difesa dell’ambiente – ed in particolare in difesa del proprio territorio e delle proprie condizioni di vita – si sta sviluppando una grande crescita di saperi. Affiancati da scienziati ed esperti, il più delle volte sono quelle stesse comunità a ricercare motivazioni più ampie che travalicano le loro ragioni. Come Comunisti Italiani stiamo cercando di portare questo lavoro nella sinistra del nuovo secolo e riteniamo che ciò possa avvenire solo se con le forze comuniste e di sinistra operano i movimenti che in questi anni sono cresciuti sia per l’affermazione del concetto di limite delle risorse naturali, che di difesa delle proprie condizioni di vita. Ulteriore problema riguarda la “colonizzazione” de territori da parte dei centri urbani: infrastrutture viarie, impianti per lo smaltimento dei rifiuti, impianti per generazione di energia o depurazione delle acque, e altri ancora, rappresentano la concentrazione degli inquinanti nei centri urbani. Per far fronte a questo stato di cose, che non rappresenta solo un attacco a chi vive fuori città o nelle periferie, ma sovente, anche un grave attacco alle poche terre agricole rimaste, occorre indagare e individuare alcune pratiche di restituzione da parte dei cittadini, ad esempio: sviluppare la raccolta differenziata del porta a porta, oltre a limitare la distruzione di risorse non rinnovabili; installare panelli per la produzione di energia elettrica o calore sui tetti delle case riduce la necessità di centrali termoelettriche, oltre a permettere di ridurre il consumo di fonti primarie in via di esaurimento; realizzare impianti duali per l’utilizzo dell’acqua por favorirne il recupero o riutilizzo. Risparmiando cosi acqua buona, ma anche riducendo la dimensione dei depuratori extraurbani; il finanziamento del trasporto pubblico per ridurre l’uso dell’auto.

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