Avellino, ancora una rissa in pieno centro: è così difficile attuare un minimo di vigilanza e prevenzione?

Un’altra rissa tra ragazzi, sabato sera, al Corso Vittorio Emanuele di Avellino, quello che era il salotto buono di una città allo sbando. Non solo per questioni politiche o calcistiche ma per la difficile convivenza di una cittadinanza che è costretta a starsene rintanata in casa, per evitare problemi.

Nessuno è intervenuto, se non dopo un pò di tempo dalla chiamata al 113, con i protagonisti ormai chissà dove. Fortunatamente non sono stati coinvolti bambini o anziani che erano lungo il corso principale.

Eppure basterebbe poco per restituire un minimo di sicurezza, perlomeno in apparenza,a chi vuole vivere la città. Magari rispolverando i “poliziotti di quartiere” oppure i carabinieri in coppia, come si è visto questa mattina (domenica) in occasione della “Camminata rosa” dove la visibilità per gli uomini in divisa è stata enorme.

La presenza delle forze dell’ordine, in un semplice servizio di pattugliamento e vigilanza, assicura la possibilità di trovare subito a chi rivolgersi, se dovesse succedere qualcosa proprio lì, al centro. Se dovessero aggiungersi pure i vigili urbani, magari per perlustrare zone meno centrali se non addirittura periferiche, sarebbe ancora meglio.

Chi deve attivarsi per tutto questo? Il Prefetto e il Questore, ovvio. Ma loro vivono la città, oppure restano rintanati nei loro enormi uffici, dietro a una scrivania?

Certamente sono oberati di lavoro ma le denunce e anche le rassegne stampa che arrivano sulle loro scrivanie sicuramente le leggono e queste dovrebbero consigliare un intervento in proposito. O no?

E se non leggono, che almeno osservino.

Ad esempio, sotto l’edificio della Prefettura, dove si affaccia il balcone del Prefetto, stazionano decine di auto in barba al divieto di accesso per la zona pedonale. Ma sono le auto dei sindaci, dei politici, dei dipendenti dei 120 comuni della provincia, si dirà. Spesso alla guida di tali vetture ci sono vigili urbani del comune di competenza.

E allora? Il codice della strada per loro non esiste? Oppure hanno problemi di disabilità e possono quindi accedere alla ZTL?

Questo per dare subito uno spunto al Prefetto.

Ma come la mettiamo con il piccolo spaccio di droga, con i frequentatori del Sert? Quelli che, usciti da quei locali, vanno subito lungo il corso Vittorio Emanueledove  si sbarazzano (a pagamento) del metadone che – chissà come e perchè – pare che ricevano spesso in dose superiore rispetto a quello loro spettante.

Carabinieri e Polizia lo sanno ma sono note le loro difficoltà ad operare, con gente che fornisce alibi ai delinquentie delinquenti che rimediano al massimo una denuncia a piede libero, se tutto va male, continuando ad operare indisturbati.

Gli episodi degli ultimi giorni sono stati numerosi, dall’ingresso dei ragazzi nel cinema Eliseo, utilizzando una porta lasciata colpevolmente socchiusa, ai petulanti richiedenti asilo (pardon, elemosina) che stazionano dinanzi ai negozi e che s’incazzano se non gli regali una moneta, possibilmente da un euro in su altrimenti ti guardano schifato.

Per non dire dell’uomo che ha preso a martellate la convivente, sempre in pieno centro.

L’elenco sarebbe lunghissimo ma perchè dobbiamo offrirlo noi?

Le forze dell’ordine e soprattutto i loro superiori facciano in giro in città e sicuramente riusciranno a vedere ciò che i cittadini sono stanchi di osservare e di denunciare.

Noi continueremo a farlo, magari qualcuno s’indignerà, qualche altro dirà “chi ve lo fa fare” ma almeno proviamoci, altrimenti diventiamo tutti come quelli che fingono di non vedere per non averer fastidi.

Fino a quando non saranno direttamente protagonisti di qualche antipatica situazione. E allora si renderanno conto del risultato della loro silenziosa complicità.

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