Ci sono voluti 36 anni per vedere un autobus di linea nell’autostazione di Avellino. Di certo ne occorreranno molti di meno per vedere completamente funzionante il complesso che da ieri è operativo per alcune linee di trasporto pubblico, a dire il vero neanche quelle principali.
Se è vero che ci vuole ancora molta pazienza per arrivare al traguardo dopo decenni di ritardi accumulati, bisogna anche rilevare che quello aperto ieri è poco più di un cantiere. Chi entra nella nuova autostazione non ha nessun tipo di indicazione relativa agli orari di arrivo e di partenza degli autobus. Nessuna informazione nemmeno sugli stalli, su quale parte del piazzale sia destinata all’autobus che occorre attendere. Ci si sarebbe immaginati un tabellone elettronico, o almeno un foglio notizie, ma nulla. Gli altoparlanti sono inesorabilmente silenziosi e le scale mobili che collegano il complesso viaggiatori con il piazzale non sono operative.
In pratica l’autostazione di Avellino oggi è poco più di un piazzale attrezzato. Comprensibile attendere ancora per le attività accessorie, come la galleria commerciale e il parcheggio auto. Molto meno dovere ancora pazientare per potere fruire dei minimi servizi ai quali ha diritto chi viaggia. Le inaugurazioni non cancellano e non fermano i ritardi.