E se dietro la IDC ci fosse DC?
Neanche a pensarci anche se l’equivoco potrebbe crearsi per quel benedetto acronimo (IDC = Izzo, Di Matteo e Circelli) che, dopo l’uscita di scena di DI MATTEO, qualcuno ritiene che quella “D” stia – adesso – per DE CESARE.
De Cesare vorrebbe essere, eccome, al posto di Di Matteo: per succedere a se stesso.
Ma i legali e i commercialisti dei possibili acquirenti IDC assicurano che tutto questo “nun se po’ fa”, non si può fare.
Avellino come la Scandone?
De Cesare deve uscire dal capitale dell’US Avellino 1912 e dimenticare il calcio, le sciarpe verdi al collo, gli arrivi in elicottero come faceva Elio Graziano, quella festa sulla barca a Capri per brindare alla promozione, coi calciatori che scandivano il suo nome: Gianandrea, con una o due “enne”, fa niente.
E’ già bastato vedere il patron che fine ha fatto fare alla pallacanestro che una volta si chiamava Sidigas Avellino.
Meglio evitare di fare il bis con il calcio. Anche perché i tifosi del calcio si incazzano solitamente più di quelli del basket.
La recompra
C’è questa strana parola a fare ipotizzare una successione (futura) di De Cesare a se stesso.
A quelli della AP GREEN (la cordata facente capo ad Antonio De Sarlo) in realtà questa cosa era stata prospettata: la recompra
Non è un ballo sudamericano ma la possibilità di riottenere la maggioranza della società, una volta risolti i problemi finanziari e giudiziari da parte di De Cesare.
E quelli della AP GREEN avevano ribadito – quasi a cantilena, in ogni comunicazione ufficiale – che la somma offerta (700mila euro) riguardava l’acquisizione del 100% delle quote con l’offerta economica suddivisa per l’importo del 95% a Sidigas e per il 5% a De Cesare.
La reprova
Stessa ipotesi (ci “reprovano”…) prospettata poi alla cordata IDC per consentire il recompra al patron della Sidigas, dopo avere accantonato l’offerta di AP GREEN che il 17 ottobre aveva inviato all’amministratore delegato di Sidigas Dario Scalella e all’amministratore giudiziario Francesco Baldassarre una pec con la manifestazione di interesse per l’acquisizione della società di calcio.
Soltanto il 30 ottobre, dopo 13 giorni, ci fu l’apertura DATA ROOM previa firma della NDA (accordo di non divulgazione) in cui i consulenti di AP GREEN procedono alla DUE DILIGENCE dalla quale far scaturire la PNF (posizione finanziaria netta, maccheronicamente la differenza tra crediti e debiti).
Quanta fretta
In data 31 ottobre viene inviata da AP GREEN una pec con offerta definitiva al netto della PNF.
Nello stesso giorno Scalella e Baldassarre aprono la trattativa con la cordata Martone & CO. formata da Izzo, Di Matteo e Circelli (l’acronimo IDC) che immediatamente ottiene la DATA ROOM fissata per il 2 novembre.
Dalla loro DUE DILIGENCE, Martone & Co. tirano fuori al netto della PNF, una offerta di un milione e 300mila euro per la sola acquisizione delle quote. Il doppio di quella della AP GREEN.
La revenda
Contemporaneamente viene riproposto pure alla nuova cordata quel desiderio del patron: la recompra, il diritto di riacquisto richiesto da De Cesare e l’ipotesi di una ripartizione di quote: il 90% per la IDC, il 5% alla Sidigas e il 5% mantenuto da De Cesare.
Avvocati e commercialisti della cordata IDC ribadiscono ai loro interlocutori quanto già sostenuto dai rappresentanti della AP GREEN: “Nun se po’ fa”, non si può fare.
E viene ribadito: De Cesare deve cedere il restante 5% e Claudio Mauriello dimettersi dalla carica di presidente: altrimenti non se ne fa niente.
Il patron e i Mauriello sono legati a triplo filo e l’uno dipende dall’altro.
Ecco le novità
Rispetto al tergiversare di Mauriello e De Cesare, quelli della IDC lanciano l’ultimatum che tale non è stato (se non lo rispetti, che razza di ultimatum sarà mai?), scadeva sabato a mezzogiorno, ma c’è stata una proroga forse perché i soci della IDC intendono verificare questi due signori dove vogliono arrivare: dimettersi o fare saltare l’affare.
Lo sapremo domani, lunedì: in serata è previsto il trasferimento delle azioni presso uno studio notarile di Napoli.
La prima novità in arrivo è, dunque, quella di domani sera.
La seconda è in programma martedì 3 dicembre, giorno dell’udienza in Tribunale per verificare l’ipotesi della ristrutturazione del debito e discutere delle richieste di fallimento per la Sidigas.
Se una mela al giorno toglie il medico di torno, una novità al giorno toglie l’ingegnere di torno?