Avellino calcio di una volta: scomparso il massaggiatore che custodiva i segreti

Il suo nome, per molti, dirà sicuramente poco: Vincenzo Picioni De Luca.

E chi è?, si chiederanno quelli che seguono le sorti dell’Avellino da meno di trent’anni.

Chi “era”, perchè Vincenzo Picioni De Luca s’è spento questa mattina nella sua casa di Raito dalla quale dominava lo spicchio di mare su cui si affaccia Vietri sul Mare.

Un posto meraviglioso, spesso meta di dirigenti e calciatori che frequentavano la casa del massaggiatore dalle mani d’oro, dalle orecchie dritte e dalla bocca cucita.

Iniziò la sua attività nell’Avellino durante la presidenza Iapicca, nell’annata 1976-77, stretto collaboratore dei medici sociali Franco Cerullo e Mario Ciarimboli.

Personaggio schivo, sempre dietro le quinte, con indiscusse qualità morali e umane, non amava mettersi in mostra.

Rare le sue immagine, quelle pubblicate sono tratte dal libro “”Avellino, che storia 100 anni da lupi” di Leondino Pescatore”.

Visse la splendida cavalcata vincente verso la serie A e rimase tanti anni ancora nell’organico dell’Avellino, fino al 1991-92, quasi 15 anni che rappresentano un vero record di permanenza con la stessa società di calcio da parte di un tesserato.

Vincenzo Picioni De Luca aveva una pessima vista ma riusciva a infilare l’ago nelle vene e a fare l’intramuscolo ai calciatori senza fare sentire loro un minimo di dolore, tanto che molti malignavano: “Vincenzo fa finta di fare le iniezioni”.

Aveva mani magiche e capaci di risolvere ogni problema muscolare, andava in contrasto coi medici che volevano prescrivere medicinali e cure particolare: lui usava le mani e soprattutto la testa.

(Vincenzo Picioni De Luca con Peppe Massa e il dott. Franco Cerullo)

Era specializzato nel sapere ascoltare i calciatori, durante i massaggi: li faceva sfogare, raccoglieva ogni confidenza di carattere professionale e personale, poi forniva il suo punto di vista in stretta lingua dialettale ma sapeva farsi capire benissimo.

E’ andato via portando con se tantissimi segreti, legati a fatti e vicende per le quali non ci sono state spiegazioni convincenti, risultati di partite, allontamento di calciatori, esoneri di allenatori.

Correttezza e discrezione le sue qualità: è andato via in punta di piedi ed è stata la figlia a dare la notizia a quei pochi cari amici che Vincenzo ancora aveva ad Avellino, la sua seconda patria dopo Raito.

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