Avellino: euro e dollari falsi, richiesta di rinvio a giudizio per una 40enne

Euro e dollari falsi, 40enne nei guai.

Richiesto rinvio a giudizio nei confronti di una quarantenne avellinese, ritenuta responsabile di falsificazione, spendita e introduzione nel territorio della Stato di dollari americani contraffatti e di truffa.

Attraverso le capillari attività info-investigative svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Avellino (Sezione di Polizia Giudiziaria presso la locale Procura e Sezione Tutela Economia), è stato dimostrato come la donna fosse riuscita a versare, presso un intermediario finanziario della provincia irpina, in più occasioni, valuta estera risultata abilmente alterata.

L’articolato sistema di frode posto in essere è stato ricostruito anche grazie ai contatti operativi intercorsi direttamente tra i Finanzieri e i funzionari dell’Ambasciata Stati Uniti d’America in Roma (U.S. Secret Service – Department of Homeland Security).

È stato riscontrato come, attraverso l’alterazione di banconote genuine, di piccolo taglio, l’importo nominale fosse stato centuplicato, a seguito dell’alterazione nella fase della stampa. Infatti, attraverso il complesso e laborioso procedimento chimico/tecnologico, denominato “bleached”, i falsari riuscivano a “sbiancare” la cartamoneta, immergendo banconote autentiche da 1 Dollaro in un particolare reagente chimico, rimuovendo poi l’inchiostro originale con apposite spazzole dure.

Al termine del procedimento si aveva quindi a disposizione la filigrana originale da poter riutilizzare, attraverso un sistema misto di tipo offset, per la stampa illegale di biglietti da 100 $, ritenuti – dagli esperti dell’Ambasciata americana – di ottima fattura proprio per aver conservato, al loro interno, le fibrille di sicurezza di colore rosso e blu normalmente presenti nelle banconote emesse dal Tesoro statunitense.

Sulla scorta del quadro indiziario emerso, come disposto dall’A.G. procedente, sono state sequestrati n. 74 pezzi da 100 dollari americani, risultati alterati. Inoltre, nell’ambito delle quotidiane attività di contrasto al falso monetario, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del Capoluogo, nei primi otto mesi dell’anno, ha sottoposto a sequestro
459 banconote risultate contraffatte, per un controvalore complessivo di circa 24.500 euro.

A “farla da padrone”, in linea con il trend nazionale, sono i pezzi da 50 euro (238 banconote pari al 51% del totale) e quelli da 20 (129, pari al 28%). Sono state anche sequestrate 64 banconote da 100 euro (14%) ed altri 28 biglietti di altri “tagli” (4 da 5 euro, 16 da 10, 2 da 200 euro e 6 pezzi da 500).

Il dato è “allarmante” se si pensa che in tutto il 2017 erano stati effettuati, dal Nucleo PEF di Avellino, sequestri per un “controvalore” di poco superiore ai 7.500 euro.

Le Fiamme Gialle sono arrivate al sequestro all’esito di un’apposita procedura con “protagonisti” i cosiddetti “Gestori del contante” (Banche, Poste Italiane S.p.A., Istituti di Vigilanza, ecc.), i quali hanno ritirato dalla circolazione le banconote e le monete non classificate come autentiche all’esito di controlli automatici o manuali, trasmettendole quindi alla Banca d’Italia dove sono state esaminate dagli esperti del Centro Nazionale di Analisi (C.N.A.) delle falsificazioni, denominato anche National Analysis Center, che ne sancisce o meno la falsità.

Laddove viene confermata la non autenticità del denaro, la Banca d’Italia invia le banconote alterate al Reparto del Corpo competente per territorio, che provvede al sequestro ed all’invio di una comunicazione di notizia di reato contro ignoti alla Procura della Repubblica per violazione dell’articolo 457 del Codice Penale (Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede).

Le attività di servizio svolte testimoniano il costante presidio esercitato dalla Guardia di Finanza irpina a contrasto del falso monetario, a tutela dell’economia legale, dei mercati finanziari e dei cittadini i quali devono sempre ricordare che laddove abbiano “dubbi” sulla legittimità di una banconota non devono mai tentare di spenderla (tale comportamento è sempre un reato) ma devono invece farla esaminare da addetti agli sportelli delle banche, degli uffici postali o delle Filiali della Banca d’Italia i quali, laddove ci siano i presupposti avvieranno la procedura per
accertarne l’autenticità.

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