I rapporti intercorrenti tra la società di basket di serie B DelFes e tre imprese, due localizzate ad Avellino e una cooperativa dell’hinterland, sono sotto la lette d’ingrandimento degli investigatori, soprattutto riguardo alle somme finanziarie che le imprese avrebbero trasferito alla squadra, ritenute dagli organi inquirenti di considerevole entità.
Gli inquirenti sono a lavoro per comprendere se tutte e tre le imprese abbiano ricevuto, durante il periodo oggetto di contestazione, commesse dall’Amministrazione Comunale di Avellino.
Questa circostanza emerge come la prima parte del quadro investigativo in corso da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, durante le perquisizioni condotte martedì sera e durante tutta la notte.Le perquisizioni sono avvenute non solo presso le residenze del sindaco Gianluca Festa, ma anche presso la società DelFes e presso la società cestistica. Oltre al primo cittadino sono indagati il legale rappresentante della società sportiva ed un commercialista.
La Procura ipotizza un presunto accordo corruttivo, suddiviso in due fasi. Inizialmente, un’intesa tra lo stesso Festa e il legale rappresentante della società cestistica, seguita da un secondo accordo tra Festa e le imprese coinvolte. Si sostiene che queste ultime, con l’approvazione del sindaco, abbiano ottenuto contratti pubblici nella zona di Piazza del Popolo, finanziando in cambio la squadra che, secondo Procura e Carabinieri, sarebbd sotto il controllo del primo cittadino Gianluca Festa.
Nel frattempo, il decreto firmato dal Pm Vincenzo Toscano potrebbe essere impugnato dalla difesa del sindaco, rappresentata dal penalista Luigi Petrillo, nelle prossime ore.