AVELLINO – Continuano gli allenamenti in quel di Palena e continuano le interviste: questa volta è toccato a Fabio Tito, al quarto anno con i lupi, nonché principale indiziato a vestire la fascia da capitano. Queste le parole del terzino sinistro ai colleghi di PrimaTv.
Avellino, le dichiarazioni di Fabio Tito
I PRIMI GIORNI DI RITIRO – «La fatica c’è. Non abbiamo nemmeno finito la prima settimana di ritiro ma siamo qui per lavorare. Ci aspettano altri giorni duri poi, una volta tornati ad Avellino, i carichi diminuiranno».
COS’È CAMBIATO RISPETTO AL PASSATO – «Con l’arrivo di persone esperte come Perinetti la musica è cambiata e questo è un bene che si percepisce. Si sta creando di nuovo l’entusiasmo, quella scintilla giusta. Questa è la differenza perché veniamo da due anni condizionati da tanti problemi».
FUTURO DA CAPITANO? – «È una decisione che spetta al mister o il gruppo. Per me sarebbe un orgoglio e un risultato per tutti i sacrifici che ho fatto per questa città e questa gente. Ormai mi sento un avellinese. Vengo anch’io dal nulla e si sa, ad Avellino si vive di pane e pallone. In questi tre anni mi sono rimboccato le maniche e sono sempre uscito dalle difficoltà».
UN NUOVO RASTELLI – «Il mister si gioca tanto. Sulle frasi della passata stagione credo abbia capito che come noi vecchi quest’anno bisogna dare qualcosa in più. So quanto ci tenga a fare bene in questa piazza. Deve essere bravo a creare un gruppo unito e credo che se rimaniamo questi non ci saranno problemi. Ha il fuoco dentro e cerca di trasmettere a noi il suo obiettivo».
LE DIFFICOLTÀ DELLA PASSATA STAGIONE – «La società aveva preso una decisione ma dentro di me c’era qualcosa da dimostrare perché ho sempre detto che qui mi sento a casa. Se proprio devo andar via voglio farlo solo dopo aver portato l’Avellino dove merita».
LA LEGGEREZZA MENTALE DEL GRUPPO – «Si percepisce che non è come gli altri anni. Siamo uniti anche se ci consociamo da poco. Senza un gruppo forte non si fa nulla. Sono arrivati ragazzi davvero disponibili che insieme a noi devono creare un’unica cosa. In campo devo avere la spalla forte di un mio compagno perché non siamo né Messi né Maradona. Sta nascendo un gruppo che però deve fare ancora tanto. A noi vecchi tocca far capire a nuovi dove si trovano».
L’ALTERNANZA CON FALBO – «È arrivato un giovane forte che viene da un anno importante a Monopoli. Deve crescere come del resto devo farlo io».
IL MODULO – «Il mister ci sta lavorando. È un buon modulo che, se fatto bene, può fare la differenza, specie con gente come Varela e D’Amico. Conosciamo il mister quindi tutto può cambiare. Siamo tutti calciatori d’esperienza che possono adeguarsi a tutto. C’è ancora tanto margine di miglioramento».
IL RAPPORTO CON I TIFOSI – «Ormai so cosa cerca la piazza ed è stato detto ai ragazzi. Innanzitutto mi sento in dovere di chiedere scusa per la scorsa annata. Quest’anno dobbiamo essere bravi a creare tutti insieme un’unica cosa. Loro ci sono sempre stati. Anche l’anno scorso. Se dovessero esserci dei momenti bui chiedo di starci vicini. Per un calciatore fa la differenza».
LA POSTA IN PALIO DELLE PARTITINE – «Il mister ha detto di fare una tabella. Chi perderà più partite dovrà offrire a tutta la squadra».
LA NUOVA DIRIGENZA – «Sono persone di grande esperienza giunte ad Avellino per fare bene. Il Presidente in questi anni ha fatto tanti sacrifici. L’appello è quello di essere ambiziosi, poi parlerà il campo. Sappiamo di essere l’Avellino e sappiamo che tutti vorranno batterci».
GLI INNESTI DI PATIERNO E VARELA – «Non lo presento io. Viene da un’annata da vice-capocannoniere. Ha delle belle movenze. L’anno sorso mi ha impressionato. Varela viene da una categoria superiore. È il classico trequartista che se sta bene può fare la differenza in questa categoria».
IL TANDEM MARCONI-PATIERNO – «Sono due attaccanti diversi nelle caratteristiche ma micidiali sotto porta. Patierno attacca più la profondità mentre a Marconi piace più venire incontro».
LE ASPETTATIVE DEL CATANIA – «Non staremo a guardare. Dobbiamo fare il nostro campionato. Ci saranno delle avversarie come il Catania che punteranno a fare un campionato importante ma dobbiamo pensare dopo partita. Pensiamo a noi e lasciamo parlare gli altri».
LA TRADIZIONE DI TERZINI SINISTRI – «Ricordo di Vincenzo Moretti da piccolo. Era un signor giocatore e mi piacerebbe fare la sua carriera perché qualche campionato l’ha vinto. Mi piacerebbe replicarlo, magari vincendo qualcosa qui ad Avellino. Parisi è un calciatore che con la Serie C non avevano nulla a che fare».
L’OBIETTIVO STAGIONALE – «Punto ad almeno dieci assist. Se arriva qualche gol tanto meglio».
I TEST AMICHEVOLI – «L’anno scorso abbiamo fatto delle brutte figure contro squadre di eccellenza e promozione. Adesso sono curioso ma questi test servono per mettere minuti nelle gambe. Ci auguriamo di avere test con squadre più blasonate e alla nostra portata».
LA CURA DEI DETTAGLI DI DARIO ROSSI – «Dario è un martello con la fase difensiva. Veniamo da un’annata disastrosa dove abbiamo preso davvero troppi gol. C’è tanto da migliorare perché sono arrivati tanti calciatori nuovi».
IL FONDO DEL PARTENIO – «La società si è mossa per apportare delle migliorie perché il manto ci ha fatto perdere qualche partita. Mi auguro, una volta tornati ad Avellino, di poter svolgere gli allenamenti sul nuovo manto erboso».
COSA HA DATO FASTIDIO DELLA STAMPA IRPINA – «Le critiche fanno parte del mestiere. Le offese personali danno fastidio ma non mi sono mai arrivate. Mi si può dire che sono scarso, che ho sempre giocato in Serie D, ma ho sempre dato tutto per questa maglia. Non sta a me dire dove un giornalista può sbagliare ma sta a me dire che dobbiamo essere tutti, giornalisti compresi, un gruppo».
CHI PUÒ STUPIRE NEL GRUPPO – «Ci sono tanti giovani validi nuovi e vecchi, come Maisto. Mi auguro quest’anno ci possa dare una grossa mano perché facendo bene ad Avellino si aprirebbero scenari importanti per il futuro. Quanto ai senatori è arrivato Cancellotti che l’anno scorso ha fatto il capitano a Pescara. Lo vedo un condottiero su cui fare affidamento».
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