La dottoressa Maria Tirone s’insedierà ufficialmente domani -martedì 29 agosto 2017 – nel suo ufficio di Prefetto della Provincia di Avellino.
Prima di iniziare il suo lavoro, ha diffuso una lunga nota ufficiale (vi evitiamo l’intero contenuto) dicendosi “lieta e onorata di assumere tale incarico in un territorio di straordinaria bellezza”, eccetera eccetera. Tante belle parole, frasi di circostanza, necessarie e doverose quando si assume un incarico di tale rilevanza.
Andiamo sul piano pratico. Senza volersi spingere nelle varie zone dell’Irpinia, il nuovo Prefetto farà bene ad attraversare il marciapiede del Palazzo del Governo e verificare la situazione in cui versano taluni fabbricati del Corso Vittorio Emanuele che rischiano di crollare appena cui sarà un alito di vento maggiore o una scossa di magnitudo 2.0 in città.
Il primo provvedimento, visto che stamattina ha incontrato e conosciuto il sindaco di Avellino, potrebbe essere quello di fare poi recapitare al primo cittadino un invito a sistemare quella odiosa situazione. Ha tentato di farlo il suo precedessore Prefetto, senza fortuna.
In questo caso il nuovo rappresentante del Governo risolverebbe immediatamente qualcosa, “conscia delle responsabilità connesse alla funzione” cui è stata chiamata econquiserebbe davvero le simpatie ela gratitudine della popolazione del capoluogo assolvendo “con spirito di servizio allo Stato e nell’interesse di questa Comunità, così ricca di storia, di tradizioni e di cultura”, a cui ha già rivolto il suo caloroso saluto, nella forma ufficiale.
Poi potrà cominciare a occuparsi di tutte le altre cose enunciate nel suo discorso dei buoni propositi. Magari, in primis, della situazione migranti, di cosa avviene presso alcuni centri di accoglienza, delle denunce fatte da sindaci che non riescono più a gestire le situazioni. Può informarsi presso gli uffici della Questura (stanno indagando su cosa è avvenuto in un centro di accoglienza di Ospedaletto) oppure domandare informazioni ai carabinieri che hanno dovuto sparare a un extracomunicaio che da tempo provocava danni e fastidio alla comunità di Forino, pur di fermarlo. Quello si che significherebbe “riservare ogni attenzione alle situazioni di disagio sociale”.
Poi ci sarebbero tante e tante altro cose ancora da fare. Iniziare con qualcosa di concreto, sarebbe una bella immagine che una donna nominato Prefetto (prima volta in assoluto ad Avellino) potrebbe dare rispetto a colleghi che hanno fatto davvero poco rispetto alle aspettative.
L’augurio che facciamo al nuovo Prefetto, insomma, è di evitare parole e realizzare fatti. Per non rischiare di proseguire “nel solco della tradizione”.