Intervistato da Radio Punto Nuovo, nel corso de Il Pomeriggio da Supereroi, l’ex direttore sportivo de Siena, Beppe Cannella, ha commentato il momento dei lupi. «Essendo amico di Novellino, domenica scorsa ho potuto visionare l’Avellino da vicino. – ha dichiarato Cannella, che ha poi aggiunto – . Da osservatore esterno mi ha fatto una buona espressione ma non giudico dopo aver visto appena una partita. L’annata aveva auspici diversi. Si doveva competere con le altre due o tre forse del campionato».
Proprio sull’annata storta, Beppe Cannella ha dichiarato: «È stata percorsa una strada che doveva portare ad un obiettivo che, per tante vicissitudini non ha portato ai risultati sperati. Ho saputo che ci sono tanti tesserati e questo in Serie C è un peso enorme. Chiunque andrà ad assumersi questa guida amministrativa e tecnica di sicuro avrà tanto lavoro da fare. Non possiamo però dire nulla alla società che, sotto l’aspetto economico-finanziario, non fa mancare davvero nulla. Poi si sbaglia nell’ indirizzare i propri collaboratori a fare delle scelte senza avere la giusta esperienza. Perché di questo si tratta».
Nonostante gli errori, secondo Cannella, la colpa non è da addossare al patron dei lupi: «D’Agostino è nel mondo del calcio da qualche anno ma non si può dire non abbia investito. Non è semplice fare il nostro lavoro, specie in Serie C dove è difficilissimo fare calcio. È difficilissimo vincere. Paradossalmente è più facile essere vincenti in Serie B che in Serie C. Ci sono 60 squadre per quattro posti. È difficilissimo. In Serie B c’è un ritorno economico maggiore e possono essere fatte delle scelte professionali con più esperienza e carisma».
Sul futuro assetto dirigenziale biancoverde: «Serve un direttore generale in grado di seguire, anche dal punto di vista dirigenziale, l’azienda Calcio Avellino. Deve essere affiatato con un eventuale collaboratore tecnico o direttore sportivo che abbia lavorato insieme. In questi casi subentrano poi le gelosie. In tanti anni ho visto segretari diventare direttori sporti. Non lo auguro a nessuno ma è una scelta difficile, che va ponderata bene. Sono delle figure che servono, specie ad un imprenditore come D’Agostino che dovrà anche essere bravo a scindere il lato sportivo/calcistico è quello imprenditoriale, relativo alla costruzione del nuovo stadio. Adesso D’Agostino ha una buona esperienza. Deve solo metterla a frutto».
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